vari (vedi testo), La Stampa 22/2/2014; Corriere della Sera 22/2/2014, 22 febbraio 2014
FEDERICA GUIDI (SVILUPPO)
Figlia dell’allora padrone della Ducati, requisito essenziale per entrare nel governo del Piè Veloce. Ha imparato la politica in Confindustria come vice di Matteo Colaninno, nel modo più semplice: facendo sempre il contrario di quel che faceva di lui. Molto apprezzata a destra per il suo piglio. Berlusconi voleva portare lei al governo e la Carfagna a cena, ma poi ci fu un disguido negli inviti. L’addetta allo Sviluppo (auguri!) ha le idee chiare: «Non pretendo che i miei collaboratori lavorino 12 ore al giorno. Ma non sarebbe uno scandalo lavorarne 42 alla settimana». Non fosse che lavorare che sta diventando uno scandalo, o comunque una rarità.
Mattia Feltri
Massimo Gramellini
L’ANAGRAMMA–
Federica Guidi = Redige fiducia
di Marco Bresolin
FEDERICA GUIDI–
Sviluppo economico
Tecnico, 44 anni
(Antonella Baccaro) Modenese, è un’imprenditrice che si divide tra l’azienda di famiglia, la Ducati Energia, e il mondo associativo. Suo padre Guidalberto è per 10 anni storico vicepresidente di Confindustria. Laureata in Legge, ha lavorato per due anni come analista finanziaria fino all’ingresso nel gruppo familiare nel 1996. È madre di una bimba di due anni mezzo. Dal 2002 al 2005 è presidente dei giovani imprenditori dell’Emilia-Romagna e vicepresidente degli imprenditori della regione. Dal 2005 al 2008, è vicepresidente dei giovani imprenditori di Confindustria, di cui diventa presidente nel 2008.
↑ Ha già dimostrato di avere idee chiare su quello che serve alle imprese per crescere: «Prima di tutto la dimensione dell’azienda» poi «il supporto che un’impresa attiva sui mercati internazionali ottiene soprattutto a livello finanziario» e un profilo molto tecnologico. Parte avvantaggiata perché prende il posto di un ministro politico, il sindaco di Padova Flavio Zanonato, apparso impacciato proprio sui dossier più tecnici.
↓ Intervistata a gennaio scorso dichiarava: «Non sono una rottamatrice: non credo assolutamente che il principio “fuori i vecchi, dentro i giovani” aiuti le aziende ad andare meglio». E sul governo di «larghe intese», «considerato il tasso di litigiosità fra le due coalizioni avrebbe vita durissima e non riuscirebbe a superare l’impasse». Troverà la sintonia con Renzi e la sua maggioranza?
CdS