vari (vedi testo), La Stampa 22/2/2014; Corriere della Sera 22/2/2014, 22 febbraio 2014
G. POLETTI (WELFARE), G. GALLETTI (AMBIENTE)
Dagli Appennini alle bande. In un governo dominato dagli emiliani (ci sono praticamente tutti tranne Prodi e Bersani) spiccano Gianluca Galletti – ministro bolognese dell’ambiente in qualità di esperto di raccolta differenziata dei voti di Casini – e Giuliano Poletti, l’uomo delle Cooperative Rosse (Mentana favorito per la direzione). Ci voleva il democristiano Renzi per portare al ministero del lavoro il simbolo del capitalismo comunista, detto «Falce e Carrello» come da titolo del libro di Caprotti, patron avvelenato dei supermercati Esselunga. Per Berlusconi è come se la Bocassini fosse diventata segretaria generale dell’Onu.
Mattia Feltri
Massimo Gramellini
L’ANAGRAMMA–
Giuliano Poletti = Pigliate il tuono
di Marco Bresolin
G. POLETTI–
Lavoro e politiche sociali,
Tecnico, 62 anni
(Enrico Marro) Nato in Emilia Romagna, come Graziano Delrio, eminenza grigia del governo e sponsor del nuovo ministro del Lavoro. Già segretario del Partito comunista di Imola, sua città natale, dal 1982 al 1989, Poletti è dal 2002 presidente della Legacoop, l’associazione che riunisce 15 mila imprese cooperative e che, nel 2011, insieme alle altre organizzazioni di categoria, ha dato vita all’Alleanza delle cooperative che rappresenta 43 mila aziende attive in tutti i settori e in tutte le regioni italiane, con 12 milioni di soci, 1 milione e 200 mila occupati e 127 miliardi di euro di fatturato aggregato.
↑ È stimato non solo a sinistra, ma anche nel centrodestra. Nonostante sia a capo di un’associazione imprenditoriale, rappresenta la controparte tradizionalmente più dialogante e sensibile alle istanze del sindacato. Tutto questo lo aiuterà a far digerire a Cgil, Cisl e Uil anche riforme difficili. Il piglio manageriale gli servirà per ristrutturare il ministero, la sua rete territoriale, i centri per l’impiego.
↓ Il passato nel Pci suscita diffidenza in alcune aree della destra. Preoccupate perché Poletti è convinto che ci vogliano «più tasse sui patrimoni e sulle rendite» e più lotta all’evasione, come ha detto nell’ultima assemblea dell’Alleanza delle coop. È poi convinto che finora i governi abbiano privilegiato l’industria, trascurando cultura, servizi e terzo settore. E vuole rimediare. Ma si scontrerà con chi pensa che privilegiate siano le coop.
CdS