Marco Ferrando, Il Sole 24 Ore 22/2/2014, 22 febbraio 2014
BLACKROCK SALE AL 5% DI INTESA
Dopo il blitz, con relativo giallo, su Telecom Italia di fine 2013, anche Intesa Sanpaolo finisce nel mirino di BlackRock. Dall’aggiornamento del libro soci comunicato ieri, il colosso dei fondi il 13 febbraio risultava appena oltre il 5% del capitale della banca, una quota che fa degli americani il secondo azionista alle spalle della Compagnia di San Paolo (9,7%) e davanti alla Fondazione Cariplo (4,95%).
Come specificato dalla comunicazione effettuata dalla Consob, non si tratta di un investimento strutturale e per forza di lungo periodo ma di una partecipazione legata alla «gestione discrezionale del risparmio», non a caso la quota risulta distribuita in 19 diversi fondi del gruppo. Sta di fatto, comunque, che a oggi il colosso americano è esposto per oltre un miliardo e mezzo sulla banca italiana, confidando – evidentemente – che si tratti di un buon investimento e che il trend rialzista degli ultimi mesi sia destinato a proseguire per un po’. Con le comunicazioni di ieri BlackRock torna a galla tra gli azionisti di Intesa dopo mesi di silenzio: quattro anni fa era salito al 3,17 di Intesa, per poi scendere al 2,4% e quindi – a fine 2012 – chiudere le comunicazioni sul proprio investimento, avvalendosi delle nuove norme che consentono ai fondi di cancellare di fatto dai radar Consob alcune delle proprie partecipazioni inferiori al 5 per cento. Non solo: BlackRock non si era nemmeno presentato all’ultima assemblea dei soci della banca, quella che a fine aprile ha eletto il nuovo consiglio.
BlackRock è «spesso un grosso azionista in aziende quotate, anche in Italia», ha ricordato ieri Jonathan Mullen, capo della comunicazione per l’area Emea del gruppo, che pur non commentando direttamente l’irrobustimento su Intesa, ha confermato l’intenzione di svolgere un ruolo attivo sul mercato italiano. D’altronde, non più tardi di ottobre Mike Trudel, il managing director del gruppo che gestisce asset per 4mila miliardi di dollari, aveva dichiarato in un’intervista a Il Sole 24 Ore che «l’interesse è generale per l’intera Borsa di Milano»: un orientamento che trova riscontro nel track record degli ultimi 13 mesi, visto che nel gennaio 2013 è stata annunciata la partecipazione del 5% di UniCredit, per poi seguire con un altro 5% in Ubi Banca (21 marzo); ad aprile la comunicazione a Consob di un altro 5% tondo in Atlantia e a maggio in Prysmian, poi in ottobre il colosso Usa ha comunicato di aver in portafoglio il 5% di Azimut e allo stesso tempo ha deciso di salire nel capitale del gruppo Telecom Italia proprio nel momento in cui nel gruppo delle tlc si stava ridisegnando l’assetto azionario, passando quindi dal 5,132% al 7,789% a metà dicembre, con annesso un piccolo giallo sulle interpretazioni della Sec della quota di possesso complessivo di azioni e diritti di voto.
Da Intesa nessun commento, ma – nonostante un calo dell’1,79% ieri in Borsa – la decisione è stata accolta con soddisfazione, una sorta di benedizione della nuova gestione avviata nell’autunno scorso con la nomina di Carlo Messina a consigliere delegato, che a fine marzo giungerà a un momento di svolta con la presentazione del nuovo piano industriale. Dal primo ottobre, intanto, il titolo di Ca’ de Sass si è apprezzato del 36,3% e oggi sembra essersi stabilizzato oltre quota due euro; ottimismo crescente anche tra gli analisti, visto che nel consensus oggi prevalgono le indicazioni buy (13) e hold (12) su quelle sell (9).
@marcoferrando77