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 2014  febbraio 21 Venerdì calendario

CINQUE GIUDIZI POSITIVI? LA CANDIDATA È BOCCIATA


Quanto fa uno più uno più uno più uno più uno? Cinque, direte voi. Macché: zero. O almeno così risulta ai commissari dell’esame di abilitazione all’insegnamento universitario di archeologia. O se volete, per precisione burocratica, “classe concorsuale 10/A-1 Archeologia”. Vittima della stupefacente rivoluzione matematica, roba da far impallidire la fama immortale di Muhammad ibn Musa al-Khwarizmi, il padre dell’algebra, è una studiosa di Siracusa che aspirava al via libera per partecipare ai concorsi degli atenei che metteranno in palio un posto di II fascia, cioè di professore associato. Si chiama Elisa Bonacini, ha 39 anni, è specialista nella comunicazione culturale con le nuove tecnologie, ha due lauree, una specializzazione, un master, 5 monografie (di cui una edita all’estero) più una sesta in corso di stampa e sta ultimando un dottorato. Il primo dei cinque commissari, Luca Cerchiai, riconosce che la candidata “possiede il prerequisito del superamento di almeno una mediana richiesto”, presenta una produzione scientifica che “può essere valutata positivamente”, che ”vanta una membership nell’ambito dell’International Organization Computer Applications and Quantitative Methods in Archaeology” e “possiede altri titoli”. Giudizio finale: «In base alla valutazione delle pubblicazioni e dei titoli, il candidato è ritenuto idoneo». Il secondo commissario, Alessandro Guidi, ricorda le “20 pubblicazioni”, si congratula perché oltre ai lavori tradizionali “cita anche ben tre monografie dedicate al tema dell’informatica applicata ai beni culturali, argomento intorno al quale ha anche creato uno spin-off” e scrive che “la sua produzione può essere valutata positivamente”. Giudizio: «Ricercatrice attiva, è da considerarsi pienamente idonea».

IDONEA. Il terzo, Clementina Rizzardi, concorda che le pubblicazioni di Elisa Bonacini dedicate “precipuamente alla topografia e alle dinamiche insediative della Sicilia e al popolamento della Sicilia imperiale, tardo- romana, tardo-antica e altomedievale” e i “materiali provenienti da scavi archeologici dall’età preistorica all’alto medioevo” si devono “giudicare positivamente” e insomma tutto bene. Giudizio: «In base alla positiva valutazione delle pubblicazioni e dei titoli presentati, la candidata è ritenuta idonea». Il quarto, Francesco Tomasello, rimarca che “tra le 11 pubblicazioni allegate, si sottolineano le documentate monografie sul territorio di Licodia Eubea del Calatino; egualmente puntuali e coerenti gli altri contributi e articoli su scavi e materiali”. E se sono “scarse le attività seminariali e didattiche svolte e le partecipazioni a convegni internazionali”, la candidata ha “effettuato numerose ricerche sul campo, condotte in collaborazione, con contributi personali e identificabili di analisi territoriale e archeologica”. Giudizio: «L’impegno e i risultati scientifici sono positivi; la candidata si può ritenere idonea».
L’ultimo commissario, Peter Van Dommelen, eccepisce che l’aspirante docente ha “svolto solo breve attività didattica presso università italiane”, che solo 17 delle 20 pubblicazioni sono “utili” e che “supera una sola mediana”. Tuttavia le riconosce che la produzione “si può giudicare positivamente“, che i titoli sono in ordine, che ha “anche svolto numerose ricerche sul campo e ha partecipato a un progetto di ricerca del Cnr”… Giudizio: «In base alla positiva valutazione delle pubblicazioni e dei titoli presentati, la candidata è ritenuta idonea». Facciamo la somma? Idonea. Idonea. Idonea. Idonea. Idonea. Cinque su cinque. Finalmente, direte voi, tutti d’accordo: promossa. No: bocciata. Il giudizio collegiale infatti è questo: «Il complessivo curriculum scientifico e didattico non corrisponde in misura adeguata ai titoli e ai criteri ritenuti necessari per conseguire l’idoneità. Alla luce degli elementi evidenziati, la commissione a maggioranza delibera l’attribuzione di non idoneità». Da non credere. Se Elisa Bonacini meritasse o meno l’abilitazione non lo sappiamo e non ci vogliamo entrare. Ma certo l’insieme dei giudizi è una schifezza. Toc toc: c’è qualche magistrato che, per favore, voglia metterci il naso?