Massimo Tosti, ItaliaOggi 21/2/2014, 21 febbraio 2014
I SALDI DEL FESTIVAL
Senza i lavoratori che minacciavano di gettarsi nel vuoto, e senza l’incubo inoffensivo del Grillo in poltrona, il Festival di Sanremo ha perso gran parte del suo fascino (e alcuni milioni di telespettatori). Persino Luciana Littizzetto ha deluso, colta da un’improvvisa parsimonia nel turpiloquio. Fabio Fazio ha offerto il meglio di sé (cioè il suo vero volto), quando dopo mezzanotte è comparso sul palco in pigiama e vestaglia. Soporifero e assonnato, come è nella sua natura. Le canzoni in concorso sono scarsamente orecchiabili (come hanno ammesso anche i paludati critici musicali presenti in sala stampa), mentre l’assenza di Laetitia Casta (bella da vedere, dura da ascoltare) ha tolto allo spettacolo la giustificazione del tema del Festival (La bellezza, nella scia del film di Sorrentino in corsa per l’Oscar). Tutto sommato, nella giornata di mercoledì ha funzionato più la celebrazione agiografica di Sanremo recitata alla Vita in diretta (condotta da Paola Perego e Franco di Mare) che il Festival vero e proprio condotto da Fabiuzzo e Lucianina. Per non parlare dello spottone di Gigi Marzullo (finalmente riapparso in video dopo mesi di colpevole assenza), andato in onda a mezzanotte e mezzo, puntuale come l’ora del Big Ben. Le uniche emozioni fornite dal palco dell’Ariston sono merito di Franca Valeri (affaticata e sofferente, come le impone l’anagrafe: ha 94 anni), capace di scatenare una standing ovation del pubblico. Povera Franca, costretta a recitare una delle sue strepitose telefonate, e a misurarsi con la fastidiosa Littizzetto che le faceva il verso. Claudio Baglioni (scongelato per l’occasione) ha entusiasmato il pubblico in sala, ma non l’audience. Le Kessler hanno imitato se stesse, mezzo secolo dopo. Risultato: dopo mezzanotte, nel salotto di Marzullo, qualcuno esprimeva nostalgia per le vallette di un tempo, una bionda e una bruna, che rallegravano le platee baudiane. I cantanti in gara hanno timbrato il cartellino.