Giampaolo Visetti, la Repubblica 21/2/2014, 21 febbraio 2014
LA TAGLIA IN PIÙ DEL CARRISTA CINESE
Diceva Mao: attenti, essere ricchi costa. Non l’hanno ascoltato. Arricchirsi è diventato glorioso e la sazietà presenta il conto ai successori. I nipoti di chi morì di fame per il «Grande balzo in avanti» sono deformati dall’obesità. Anche i soldati dell’armata popolare di liberazione. Proteine, grassi, zuccheri, peggio di un marines Usa. Non entrano più nelle torrette dei carrarmati, progettati sul vecchio modello sovietico. L’allarme girovita in uno studio dell’esercito di Pechino: in due decenni le reclute cinesi sono cresciute di 2 centimetri, si sono allargate di 5 e appesantite di 10 chili. Dai rivoluzionari sottili come spighe di sorgo ai riservisti abbondanti come hamburger di manzo. Il prezzo del benessere rosso: divise da allargare, cinturoni da allungare, tank e sommergibili da ingrandire. Una potenza con una taglia in più: 2,3 milioni di equipaggiamenti da buttare. I generali hanno proposto di alzare le torrette dei blindati. Il governo li invita a reclutare ragazzi «con le dimensioni dei nonni». Risparmi da tempi di guerra: per ottenere la giusta misura del nuovo carrista cinese, nemmeno a Pechino sembra elegante parlare di tagli.