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 2014  febbraio 21 Venerdì calendario

SPARISCE E FA L’EUTANASIA L’URNA INVIATA AI PARENTI


Ordinare il bonifico, spedire il modulo, prenotare il treno. Poi dare l’ultima pulita in casa, spegnere tutto ma non il frigo, chiudere. E partire, direzione Biel Benken, villaggio svizzero non lontano da Basilea e dal confine tedesco: nome gentile, come quello della clinica Life circle, come la “luce verde” che, per gli iscritti al circuito “Eternal spirit”, è il via libera del medico prima dell’iniezione letale. Capolinea. E non per malattia, perché quando a inizio gennaio l’ottanta-cinquenne Oriella Cazzanello era andata dal suo medico ad Arzignano, 25mila anime nella bassa vicentina, le erano state prescritte vitamine. Depressione, forse, e vecchiaia. Oppure — sostengono fratello e familiari, che lo hanno denunciato — i cattivi consigli di un amico sessantenne della molto benestante signora, che ai carabinieri avrebbe già ammesso di averla accompagnata a morire. A testamento non ancora aperto, la procura di Vicenza ha aperto un fascicolo per omicidio del consenziente e istigazione o aiuto al suicidio, per ora a carico di ignoti.
Viaggiava e guidava, la signora Oriella, frequentava cinema e terme, aveva case e negozi, titoli e risparmi in banca. In paese l’avevano vista l’ultima volta domenica 26 gennaio. Silenzio per due giorni, a vuoto il giro degli ospedali e la telefonata ai carabinieri della stazione, poi i parenti entrano nell’elegante casa di corso Mazzini e la trovano vuota e in ordine, a parte due bonifici da 3mila e 7mila franchi svizzeri a “Eternal spirit”. Arzignano mormora, gli amici chiedono, finalmente uno ammette ma il paese ancora sa nulla. Fino a domenica, quando sui muri del centro compare un asciutto necrologio: «A funerali avvenuti ne danno il triste annuncio...». Bugia pietosa e doppia, perché il parroco le esequie in chiesa a una donna suicida le avrebbe comunque negate. La telefonata dalla dogana di Malpensa arriva martedì mattina. Annuncia un pacco, il corriere lo recapita nel pomeriggio, dentro c’è l’urna con le ceneri di Oriella Cazzanello e un modulo stampato della Life circle. «E nient’altro — racconta l’avvocato Claudia Maria Longhi, che assiste la famiglia — né documenti né chiavi di casa, nemmeno il certificato di morte». Solo una data, il 30 gennaio. Quella della luce verde.