Daniela Uva, il Giornale 21/2/2014, 21 febbraio 2014
CHE SALASSO DIVORZIARE ORA IL WEB TI DICE QUANTO SPENDI DAVVERO
Sono quasi raddoppiati negli ultimi dieci anni. E oltre che il loro numero, a lievitare sono stati anche i costi. I divorzi, in Italia, sono diventati un vero e proprio tormento per migliaia di coppie. Che, ai fisiologici problemi emotivi, devono sommare anche quelli economici e organizzativi. Così la tecnologia, che ormaicura i malati e aiuta a dimagrire, ha deciso di entrare anche in questo intricato labirinto. Provando a dare una mano alle coppie che vogliono tornare single. Il merito è di un’app che, nel giro di pochi mesi, si è trasformata in un vero e proprio fenomeno. Si chiama iDivorzio e aiuta a calcolare il costo complessivo dell’iter. Il programmino permette di capire quanto potrebbe essere necessario sborsare per eventuali danni e alimenti, senza dover ricorrere alle - onerosissime consulenze degli avvocati divorzisti. Il funzionamento è facile: è sufficiente inserire l’importo del proprio stipendio, quanto guadagna il partner, quanti sono i figli a carico e chi si presume li avrà in custodia. Il tutto direttamente dal proprio smartphone. Inoltre il programma permette di scegliere il numero degli avvocati necessari per gestire la pratica del divorzio vera e propria. Infine, un giudice virtuale si pronuncia, così è anche possibile capire come potrebbe andare a finire in tribunale. A quel punto, quando il quadro è davvero completo, è più facile farsi un’idea. E magari, perché no, tornare sui propri passi.
È la praticità a spiegare il successo di questa app. E non è un caso, dal momento che le più recenti statistiche parlano di un aumento vertiginoso delle separazioni e dei divorzi nel nostro Paese. Se nel 1995 per ogni mille matrimoni si contavano solo 158 separazioni e 80 divorzi, nel 2011 - anno nel quale è stato compiuto l’ultimo censimento da parte dell’Istat- si è arrivati a quota 311 separazioni e 182 divorzi. E non finisce qui, perché anche la durata media delle unioni si è drasticamente ridotta: un matrimonio, prima di finire in tribunale, dura soltanto 15 anni. Considerando che la legge italiana impone un’attesa di tre anni prima di mettere la sospirata parola «fine » sulle nozze, è facile immaginare come icosti per molte famiglie possano diventare proibitivi. Un divorzio consensuale costa mediamente 3.300 euro. Per quello giudiziale, che può portare via anche dieci anni, possono volercene molti di più, addirittura 23mila in un anno, in base a quando calcolato dall’Adoc. Non deve stupire, quindi, che un piccolo gadget tecnologico possa essere visto come un’ancora di salvezza. Un po’ come,in Gran Bretagna,è avvenuto per un’app gemella: Divorzio. Costa 9,99 sterline e permette di simulare tutto quello che potrebbe accadere imbarcandosi in questa avventura. Lo sviluppatore, Peter Martin, assicura che l’obiettivo è «far sì che le persone pensino seriamente alla decisione da prendere. Le coppie devono avere le idee chiare prima di imbarcarsi in una vicenda processuale e di spendere denaro».
Anche se qualche dubbio sorge: siamo sicuri che ridurre la fine di un rapporto a una mera questione economica non semplifichi troppo una materia complessa? In Inghilterra se l’è chiesto Stephen Green, rappresentante di Voce Cristiana: «Queste app non mostrano alcun rispetto nei confronti della santità del matrimonio», accusa. Mentre la corsa a scaricarle sembra irrefrenabile.