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 2014  febbraio 21 Venerdì calendario

KOUM E ACTON, I MILIARDARI PIÙ STRANI DEL WEB


I PERSONAGGI
NEW YORK Uno è scampato alla dittatura sovietica, l’altro al crollo tecnologico del 2000, e oggi Jan Koum e Brian Acton, gli inventori di WhatsApp, sono gli ultimi miliardari creati da Silicon Valley. Raramente la mecca della tecnologia ha prodotto imprenditori così taciturni, così disgustati dalla pubblicità e così difensori della privacy. Tre caratteristiche che li rendono più unici che rari, ma che sono anche alla base della loro fortuna: partita al rallentatore, in 5 anni la loro creatura ha conquistato 450 milioni di utenti proprio perché garantisce un servizio efficiente, senza pubblicità, privato. E anche ora che stanno per intascare 19 miliardi dopo la vendita a Facebook, i due assicurano che nel contratto c’è l’impegno solenne di non tradire la fiducia dei loro utenti: WhatsApp resterà esente da pubblicità.
IL PALAZZO DELLA FIRMA
L’accordo fra il 37enne Koum, il 42enne Acton e il miliardario di Facebook, il 30enne Mark Zuckerberg, è stato firmato in un luogo improbabile: il vecchio palazzo nel quale aveva sede l’ufficio di assistenza sociale dove da ragazzino Jan Koum andava a prelevare i buoni pasto che il governo federale Usa aveva concesso alla sua famiglia. A 16 anni, Koum era arrivato in California con la madre. Per economizzare sui costi della scuola del figlio la signora aveva riempito le valige di penne e blocchi per appunti, di quelli economici che il regime sovietico distribuiva nelle scuole. Su quei blocchi, Koum ha poi scritto il codice dell’applicazione di sua invenzione, e il decalogo della società. Se Koum si è mantenuto da giovane pulendo i negozi dopo le ore di scuola, Acton era figlio di un professionista del golf. Koum ha abbandonato l’università, Acton ha tre lauree, l’ultima a Stanford. Tutti e due però hanno conosciuto momenti neri: Koum è rimasto solo e povero quando la madre è morta di cancro nel 2000. Lo stesso anno, Acton perdeva tutto quello che aveva investito all’epoca del boom di Silicon Valley. Si erano incontrati da Yahoo, dove lavoreranno insieme per dieci anni. Ma si accorgono di condividere il disprezzo per l’abuso che il network fa dei dati personali a fini pubblicitari. Nel 2007 si licenziano, e con la buonuscita viaggiano in Sudamerica. Poi a corto di soldi cercano altre strade. Nel 2008, Acton, che si è sposato e ha una bambina, fa domanda di assunzione da Facebook, e - ironia della sorte! - viene rifiutato. Intanto Koum lavora a WhatsApp. Prima la vede solo come una application per comunicare lo status dell’utente: «Sono occupato, ho poca batteria». Ma, discutendo con altri emigrati russi, capisce che la strada è di creare un sistema di messaggistica utilizzabile su tutti i telefoni del mondo. Lavora in prima persona a scrivere un codice in sincronia con tutti i prefissi di tutta la telefonia mondiale. E convince anche Acton a investire nella società. A Koum andrà il 45%, in quanto ideatore. Ad Acton il 20% e il resto agli investitori che quest’ultimo trova, fra vecchi colleghi di Yahoo. Anche oggi i due conservano la ritrosia. Unico segno del successo: due cassette di champagne, bevute con i 50 impiegati della società.