Gianni Barbacetto, Il Fatto Quotidiano 21/2/2014, 21 febbraio 2014
EFE: “LO STATO MI RIFIUTA, MA VUOLE LE MIE TASSE”
È andata davanti alla sede del Corriere della Sera, in via Solferino a Milano, e si è spogliata nuda. È Efe Bal. Nata in Turchia, da 14 anni vive a Milano, da sette è italiana. Transessuale, professione escort. “Nuda per protesta. Contro l’Agenzia delle entrate che mi ha mandato una cartella esattoriale da pagare: 450 mila euro. Ma anche contro il Corriere della Sera”.
Andiamo per ordine. Che cosa è successo?
Mercoledì mattina mi sono svegliata. Pioveva. Mi sono detta: oggi faccio qualcosa di diverso. Ho fatto una bella doccia, la ceretta alle gambe, mi sono messa un profumo buonissimo e sono uscita di casa. Sono andata in via Solferino e ho chiesto di parlare con il direttore del Corriere, Ferruccio de Bortoli.
Sul Corriere lei aveva pubblicato delle pagine di pubblicità a pagamento con su scritto: “Mi assumi? Vorrei pagare le tasse e ricevere una pensione in futuro”.
Sì. Ho speso 10 mila euro per far uscire quelle pagine.
Non è, questa volta, pubblicità del suo libro, “Quello che i mariti non dicono”.
No. In passato avevo pubblicizzato il mio libro, questa volta chiedo invece di poter pagare le tasse in maniera regolare.
E l’Agenzia delle entrate le tasse gliele vuole far pagare: le ha appunto mandato una cartella esattoriale, e anche piuttosto salata.
Ma io voglio pagarle regolarmente, dopo aver visto riconosciuti i miei diritti. Sono una prostituta. Il mio lavoro è questo.
Che cosa è successo al Corriere?
Non mi hanno fatto parlare con il direttore, o con il caporedattore. Io avevo telefonato più volte a De Bortoli e la segretaria non me lo ha mai passato. Facevano finta di non sapere chi sono.
Che cosa voleva dirgli?
Volevo chiedergli un articolo. Un articolo serio. Per spiegare perché dovrei pagare le tasse per un lavoro che non esiste. Riconoscete il mio lavoro, e poi pagherò le tasse.
Ma l’Agenzia delle entrate sostiene che lei ha messo sui suoi conti correnti delle belle sommette.
Sì, 936 mila euro in cinque anni. Ma le tasse le ho sempre pagate: Imu, Tarsu, l’Iva quando compro delle cose, delle auto, degli appartamenti... Io però i soldi li guadagno trombando, questa è la parola, scusami, questa è la verità. E in Italia questo lavoro non è riconosciuto. Dunque avrei una domanda da fare al signor Befera, al capo dell’Agenzia delle entrate.
Prego.
Vorrei chiedergli di venire con me da un suo funzionario dell’Agenzia delle entrate e vedere che faccia fa quando io gli dico: io guadagno i soldi trombando. Voglio essere in regola. Che cosa devo fare?
Torniamo in via Solferino.
De Bortoli ha parlato con Fiorello, per la sua Edicola su radio Rai2, ha preso il caffè con lui in un bar alle 7 del mattino, una cosa trashissima. Con me invece non vuole parlare. Non vuole ascoltare le mie ragioni, non vuole dedicarmi un articolo. Eppure ho speso 20 mila euro di pubblicità sul suo giornale. Anche questi sono soldi che ho guadagnato trombando: io i soldi li trovo così, caro. Certo, non sono Prada, non sono Gucci, non sono il signor Tod’s, che è così vicino a chi sta facendo il nuovo governo. Ma i miei soldi li prendono, al Corriere e anche al Giornale, per le mie pubblicità.
Gli articoli sui giornali non si comprano.
Non voglio comprare articoli, ma essere ascoltata. Voglio lanciare un messaggio ai politici. Invece il Corriere ha fatto un articolo su una prostituta donna che chiedeva di pagare le tasse. E su di me, che sono trans, non una parola.
Poi giovedì l’articolo è arrivato.
Ho dovuto spogliarmi davanti al Corriere per averlo. Ho chiamato la troupe di Telelombardia a riprendermi con la telecamera. Ho ballato per 20 minuti in via Solferino – dovevi vedere le facce – per farmi sentire e per poter smascherare questa falsa democrazia di ipocriti che non vogliono ammettere che esiste la prostituzione, però poi ti mandano da pagare 450 mila euro di tasse. Se la prostituzione non esiste, non esiste il mio lavoro, non esistono le mie entrate, dunque non mi possono chiedere di pagare le tasse. Non pensi, caro?