Elisabetta Ambrosi, Il Fatto Quotidiano 21/2/2014, 21 febbraio 2014
PRENDI L’ARTE E BUTTALA VIA
Tutta colpa del super io. Alle cinque del mattino, di fronte a un mucchio di cartoni e polistirolo nella sala Murat del Comune di Bari, una donna delle pulizie ha fatto ciò che la sua coscienza richiedeva: ammassare i cartoni e buttarli, affidandoli meticolosamente a un netturbino di passaggio. Salvo poi scoprire che si trattava di due opere d’arte del valore di migliaia di euro. Per fortunanonrischianiente .Ecimancherebbe, visto che non si capisce come possa essere colpevole un povero fascio di nervi ottici che ha indicato alla sua proprietaria ciò che effettivamente stava di fronte a lei: immondizia. Altro che “dimostrazione della capacità degli artisti di interagire con l’ambiente circostante”, secondo le grottesche parole dell’assessore comunale al Marketing. La notizia restituisce giustizia a quella verità dei sensi verso la quale l’arte contemporanea, peggio degli inquisitori medioevali, ci ha reso tragicamente sospettosi. Anzi, aspettando che uno spazzino-eroe butti i celebrati mozziconi di sigaretta del Venditore-di-BufaleDamienHirst,mette uninspiegabilebuonumore.Proprio come la scena di Dove vai in vacanza in cui Sordi piazza la moglie cicciona su una sedia alla Biennale di Venezia e la ritrova circondata da visitatori pavlovianamente proni ai diktat estetici del momento. “A Ré, me volevano comprà per 18 milioni. Diciotto? Ma non so’ troppi?”.