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 2014  febbraio 21 Venerdì calendario

IL SOGNO DI WIKIPEDIA MINACCIATO DALLA PUBBLICITÀ


Che le enciclopedie tradizionali abbiano vita dura non è una novità. La Britannica resiste, convertita al digitale. Mentre la multimediale Encarta, nata da un’idea di Microsoft, è già passato. Invece Wikipedia, con 30 milioni di articoli in 287 lingue (dati ufficiali 2013), è oggi l’opera più consultata al mondo. Se fosse stampata, per contenerla ci vorrebbero 852 volumi. Solo le voci in inglese sono 4,4 milioni. Perciò l’interesse di aziende e multinazionali nei suoi confronti diventa sempre più grande: tutti vogliono essere presenti, e al meglio. Partendo da questa considerazione, il giornalista tedesco Marvin Oppong, collaboratore di Der Spiegel e Süddeutsche Zeitung e docente di Tecniche di ricerca al Centro di osservazione sui media Mibeg-Institut di Colonia, ha condotto una ricerca in collaborazione con la fondazione di studi economici Otto Brenner. Il risultato si intitola I pr nascosti di Wikipedia. La conoscenza nel mirino delle imprese e analizza le relazioni pericolose (e in aumento) tra gli uffici di pubbliche relazioni delle aziende e Wikipedia. «I professionisti della comunicazione oggi sono parte integrante dell’enciclopedia online» dice Oppong. Come? «Manipolano le informazioni. Più aumenta l’influenza dell’enciclopedia spontanea sull’opinione pubblica più cresce l’intervento dei pr sulle notizie, che la struttura della stessa enciclopedia non è in grado di impedire, o limitare».
Conferma il giornalista americano Simon Owens: di recente ha smascherato l’agenzia di consulenza WikiPr di Austin, Texas, dopo aver scoperto che, attraverso una serie di ghost writer, modificava anonimamente articoli su incarico di aziende clienti, aggiungendo frasi a favore e togliendo quelle critiche. «Le enciclopedie tradizionali erano pressocché inviolabili, mentre Wikipedia, proprio per la sua struttura aperta, senza controlli dall’interno, non lo è altrettanto» dice Oppong. «I contributi autentici e volontari della wikipedia community non riescono ad arginare le risorse umane e finanziarie di aziende, associazioni, apparati politici, lobby».
Dalla Wikimedia Foundation, il quartier generale di Wikipedia a San Francisco, così come da Jimmy Wales, uno dei due fondatori, non arrivano commenti. In rete però compaiono i primi strumenti antimanipolazione. Il primo è Wiki scanner (http://de.wikipedia. org/wiki/Wikipedia:Enzyklop%C3%A4die/ WikiScanner), un programma inventato dall’hacker americano Virgil Griffith che permette di identificare l’Ip, l’indirizzo del computer degli autori di un articolo di Wikipedia. Poi c’è Wikipedia Page History Statistics, creata da un ex amministratore di Wikipedia, che visualizza il numero di modifiche di un articolo fatte dallo stesso autore. Nelle sue ricerche Oppong ha scoperto migliaia di articoli modificati da Ip di aziende.
È l’inizio della fine di Wikipedia e il ritorno all’autorevolezza della Britannica? «Di certo la mancanza di trasparenza è un problema, perciò le aziende devono mettere le carte in tavola». E Wikipedia dovrà trovare il modo per vincere la sfida dell’obiettività.