Davide Lerner, L’Espresso 21/2/2014, 21 febbraio 2014
SE PASSA L’INDIPENDENZA NIENTE TASSE UNIVERSITARIE
Scozia Mentre il distacco fra gli scozzesi contrari all’indipendenza dal Regno Unito e quelli favorevoli si assottiglia (i "no" all’indipendenza sarebbero oggi al 44 per cento contro il 37 dei "sì" e il 19 degli indecisi secondo
un sondaggio pubblicato dallo Scotland on Sunday), si moltiplicano i punti interrogativi sull’eventualità di una vittoria dei secessionisti al referendum del 18 settembre prossimo.
L’ultimo scontro riguarda le rette universitarie negli Atenei scozzesi, dove al momento gli unici a pagare fra tutti i cittadini dell’Unione europea sono inglesi, gallesi e irlandesi del Nord (in media 9.200 euro l’anno). Questo perché, dopo l’aumento delle tasse universitarie inglesi da 3.500 euro a quasi 11.000 nel 2012, il governo scozzese temeva un’invasione di "rifugiati da retta" dalle altre nazioni britanniche e ha così deciso di alzare le barricate. Il provvedimento aggira l’articolo 18 del "Trattato sul funzionamento dell’Unione europea" per cui "è proibita qualunque discriminazione su base nazionale": non essendo Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord "altri Paesi membri", la Scozia può approfittare della devolution eludendo la norma europea. Ma se dovesse arrivare l’indipendenza,
la politica delle tasse verso i vicini che il leader secessionista Alex Salmond promette di mantenere diventerebbe immediatamente illegale.