Luigi Galella, Il Fatto Quotidiano 20/2/2014, 20 febbraio 2014
IL VERO PROBLEMA DI RAI UNO: QUANTO È CAFONA LETIZI
C’è “Sanremo”. E poi c’è il suo indotto, che gli cresce intorno, smanioso di parole. Costituito da quei programmi che fioriscono nel mezzo della kermesse ligure, come ectoparassiti su un corpo animale. Rovistando, si trova sempre qualcosa da spilluzzicare. Il talk pomeridiano di Rai1, “La vita in diretta”, nella settimana sanremese dibatte di ciò che accade in gara e fuori e per due giorni ha discusso di un evento increscioso: Laetitia Casta che si nega ai microfoni dei due inviati Max Lazzari e Danilo Fumiento, dalla Perego stessa ribattezzati Piripicchio e Piripacchio. Tipini dall’aspetto garbato, che si sono accostati alla diva francese porgendole delicatamente al volo il microfono vicino alle labbra, per chiederle un saluto, un cenno, un sorriso. Di norma, le persone per bene si fermano e rispondono, ma in questo caso non è accaduto: la diva ha avuto la sfrontatezza di non curarsi affatto di loro. Gli è passata a fianco come se non ne avvertisse la presenza. Così, già nel primo giorno, immediatamente dopo che il caso esplodesse, Marino Bartoletti, infuocato dall’intollerabile alterigia, ha fatto partire i primi colpi di mortaio, stigmatizzando il comportamento della signora, definita con l’infamante epiteto: “cafona”. Non è educato non fermarsi quando Lazzari e Fumiento ti intercettano, è una forma di inaccettabile divismo, senza contare il fatto che la Rai, che produce e trasmette Sanremo, ha messo sotto contratto la “superospite”, pertanto lei ha il dovere di rispondere a quei due e a chicchessia porti impresso il marchio Rai.
LE AGENZIE ribattevano la notizia: Bartoletti ha dato della “cafona” alla Casta. Così, il secondo giorno, doverosamente, sui divani del programma pomeridiano si è tornati sull’argomento, con un parterre rinforzato con il meglio dell’opinionismo tv. C’era perfino, curiosamente silenzioso, Vittorio Sgarbi. Iva Zanicchi si scaldava: “I veri grandi si concedono sempre”. Quindi si passava a un servizio che ricostruiva in ogni piccolo particolare i singoli passaggi dell’incidente diplomatico Italia-Francia, dove si ripeteva che la Casta era stata “l’unica a non concedersi anche solo per un fugace saluto”. La diffusa esecrazione montava. “Lei era davanti ai due inviati della Rai”, ribadiva Bartoletti, il più bellicoso, prima di accingersi a chiedere il ritiro dell’ambasciatore italiano in Francia. E un altro signore, magrolino e dall’aria di chi sa stare a tavola con bon ton, seccatissimo per l’oltraggio subito: “L’eleganza va a braccetto con la buona educazione”. Applausi del pubblico. Infine la parola viene porta a Sgarbi, che sembra afasico e perplesso sulle prime: che dire? Lui che parla, parla, su qualsiasi tema e con qualsivoglia intervistatore, si chiedeva perché. Perché mai bisogna discettare di Laetitia Casta che non si ferma davanti ai due cronisti, Fumiento e Lazzari? È quello che pensiamo anche noi, ma forse non abbiamo compreso l’estensione, qualitativa e quantitativa, del servizio pubblico Rai. Poi però a Sgarbi qualcosa viene in mente: “La maleducazione è di chi ti mette il gelato in bocca e tu non lo vuoi mangiare”. Sono loro quindi i maleducati, quei tipini gentili, e tutti coloro che pretendono una risposta non data. Saggiamente, per una volta: e questa sì che è una notizia. Da servizio pubblico.
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