SiT, Il Fatto Quotidiano 20/2/2014, 20 febbraio 2014
KESSLER, VALERI E CANZONISSIMA: TUTTO COME ALLORA
La seconda serata del Festival si apre con più tranquillità. Non poteva che essere così, dopo il caos inquieto del debutto. L’Anteprima di Pif è carina e garbata, anche troppo per chi è abituato al suo sarcasmo graffiante, alle incursioni con l’aria sempre un po’ perplessa. Ma l’Ariston non è proprio il luogo dell’irriverenza: storicamente funzionano meglio i salamelecchi.
Il Festival vero e proprio lo apre Claudio Santamaria, qui per lanciare la fiction sul maestro Manzi, che negli anni ‘60 dai teleschermi della Rai ha insegnato a centinaia di italiani a leggere. Nel pomeriggio, con estremo candore, l’attore aveva spiegato ai giornalisti: “Spero che la Rai torni ad essere un po’ come era la tv del maestro Manzi, davvero servizio pubblico, con meno di presenza della politica, con un pò più di indipendenza dai partiti. Non che non ci siano programmi di servizio pubblico attualmente in Rai, penso a Report che ti fa conoscere cose che spesso non sai o alla trasmissione Per un pugno di libri. Insomma programmi edificanti”. C’era una volta la Rai, educativa e creativa, quella che ti fanno vedere d’estate, nei programmi tipo TecheTecheTè, e parte una gran nostalgia. Dunque subito dopo arrivano Alice ed Ellen Kessler, 77 anni e ancora cantano e ballano. Si esibiscono in un amarcord puro, rievocando Canzonissima, con la sigla dell’edizione 1969, Quelli belli come noi. Onore alla costanza (e pure alla forma fisica) ma forse le gambe per aria sono un po’ troppo. Del resto nessuno stupore, abbiamo rieletto un Presidente della Repubblica alle soglie dei novant’anni.
IN MATTINATA Fabio Fazio aveva detto che quella della seconda sera sarebbe stata una gara più ordinata. E non c’è dubbio, lo è stata: il copione sembra filare dritto senza intoppi. Anche senza picchi però, senza nessuna sorpresa. Il duetto Fazio-Littizzetto è una riedizione di Vieni via con me: vabbè vivere di rendita, ma così si esagera un po’. Comunque il numero si conclude con uno sdoganamento della cellulite: basta con questa dittatura della forma fisica. “E’ bello quando scopri che ti è venuta la cellulite, e dici ma chi se ne frega”. E siccome Fazio è veramente un gentleman, risponde: “E’ bello quando scopri che lei ha la cellulite e pensi chi se ne frega”. E’ l’ultima frontiera del politicamente corretto, l’accettazione della realtà, la felicità delle piccole cose (“trovare un bagno quando scappa la pipì” e altre simili amenità).
Franca Valeri è un mito vivente, ha il coraggio di salire sul palco dell’Ariston, per la prima volta, a 94 anni. Ha ancora, è stupefacente, la classe, i tempi e lo spirito della sora Cecioni: inizia perfino da sola il numero con Luciana Littizzetto (“l’incontro di Teano”). Però vederla così affaticata e sofferente è un tuffo al cuore.
SiT