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 2014  febbraio 20 Giovedì calendario

GIANNI LETTA E SCARONI, IL POTERE DEL MEDIATORE


Bisignani avrà ora più tempo per scrivere il suo nuovo libro. Secondo le anticipazioni doveva chiamarsi ‘Il direttore’ e tanti protagonisti della stampa tremavano all’idea. Chissà se ci saranno ora mutazioni di programma. Magari dopo il best-seller L’uomo che sussurrava ai potenti sarebbe bello leggere L’uomo che faceva le false fatture, o L’uomo che venti anni fa portava le buste con i miliardi delle mazzette allo Ior. Difficilmente però la firma sarebbe quella dell’ex giornalista dell’Ansa, bravissimo a far dimenticare i suoi guai.
BISIGNANI ERA RIUSCITO nel miracolo di rinascere due volte. La prima volta nell’ombra, dopo gli arresti di Mani Pulite e la seconda volta sotto la luce delle telecamere, dopo gli arresti domiciliari chiesti e ottenuti nel giugno del 2011 dai pm Henry John Woodcock e Francesco Curcio per la P4. Negli anni Novanta questo precoce aderente alla loggia segreta P2, aveva tessuto una trama di potere che si basava sui suoi rapporti con Giulio Andreotti, uno dei beneficiari, mediante il conto Ior della Fondazione Jonas, dei miliardi di lire della mazzetta Enimont che – a differenza di altri – non era stato scoperto.
Bisignani ha serbato un rispettoso silenzio e con il tempo ha risalito la china del potere. Tutto il mondo che un tempo faceva capo ad Andreotti si era accucciato sotto l’ala di Gianni Letta, del quale Bisignani era considerato una sorta di ambasciatore.
Anche nell’ordinanza di arresto eseguita ieri contro Bisignani aleggia la figura dell’ex sottosegretario, potentissimo nel 2010 all’epoca dei fatti. Lorenzo Borgogni, indagato anche lui con il capo dipartimento della presidenza del Consiglio Antonio Ragusa, con l’ex amministratore della Selex Management Sabatino Stornelli (anche lui uomo Finmeccanica) e con Anselmo Galbusera della Italgo per la gara dell’informatizzazione di Palazzo Chigi, dice ai pm: “Tutto l’ambiente da Galbusera a Ragusa ruotava intorno a Bisignani e a Letta, quest’ultimo interlocutore privilegiato del presidente di Finmeccanica Pierfrancesco Guarguaglini”.
Uno degli snodi del sistema Bisignani-Letta, sopravvissuto a intercettazioni e scandali, Paolo Scaroni, l’amministratore delegato dell’Eni, riemerge dal verbale del 2012 dell’allora capo dipartimento (ora in pensione) della presidenza del Consiglio Antonio Ragusa. Davanti al pm Woodcock, in un atto confluito nell’inchiesta romana del pm Ielo, Ragusa ammette: “Luigi Bisignani si è adoperato per fare avere dei vantaggi professionali a mio nipote Aurelio che lavora in Eni, ente presso Il quale Bisignani ha notevoli aderenze, conoscendo l’amministratore delegato Paolo Scaroni. Non escludo - ha proseguito Ragusa - che io abbia chiesto a Bisignani di intercedere e di intervenire su Scaroni, a quel tempo amministratore delegato dell’ Enel - per far assumere mio figlio in Enel”.
A forza di sussurrare raccomandazioni, Bisignani qualcosa incassava. Dall’inchiesta di Ielo emerge che la sua società ha incassato 390 mila euro per l’affare relativo a Telecom Argentina e alla banca Rothshild e altri 54 mila euro dalla società Italgo che poi ha vinto la gara dell’informatizzazione di Palazzo Chigi. Anche Lorenzo Borgogni, per spiegare il potere di Bisignani, ai pm cita il suo rapporto con Letta. E quando Gianni Letta viene chiamato a spiegare perché Bisignani si occupasse persino di accompagnare da Massimo D’Alema il capo in pectore dei servizi segreti, l’allora titolare della delega ai servizi, sfuma con i pm: “non me lo ricordavo” per poi aggiungere vago: “sono stato suo testimone di nozze ed è amico di tutti. É l’uomo più conosciuto che io conosca”. Nel febbraio 2011, fuori dal Palazzo quasi nessuno sapeva chi fosse Bisignani.
SOLO DOPO gli arresti e il patteggiamento di una condanna a un anno e sette mesi nel novembre 2011, Bisignani tira fuori dal cilindro il libro con le sue memorie e compare in tutte le tv come un opinionista blasonato. All’inizio Gianluigi Nuzzi lo invita a parlare della P3 (da esperto del ramo P2 e P4) ma poi dilaga in tutti i talk show. Nelle ultime interviste pronosticava la candidatura di Marina Berlusconi, ma non il suo arresto.
Mar. Lil.