Marco Lillo; Valeria Pacelli, Il Fatto Quotidiano 20/2/2014, 20 febbraio 2014
APPALTI DI GOVERNO E LOBBY BISIGNANI DI NUOVO ARRESTATO
Un’incessante attività di lobby”, attiva in “un mondo parallelo, costituito da circuiti relazionali solo apparentemente distinti, ma atto ad influenzare determinazioni e scelte rilevanti per la comunità”. Così il gip Maria Paola Tommaselli descrive le presunte irregolarità sull’affidamento di appalti per Palazzo Chigi, un’inchiesta che ieri ha portato ai domiciliari Luigi Bisignani (false fatture), e l’ex generale Antonio Ragusa (corruzione e turbativa d’asta). L’inchiesta del pm Paolo Ielo verte su due vicende: false fatturazioni della società riconducibile a Bisignani e un appalto della presidenza del Consiglio affidato nel 2010 ad alcune società del gruppo Finmeccanica in cambio dell’assunzione del figlio di Ragusa in Ansaldo Energia. Gli indagati sono una decina, tra cui l’ex responsabile delle relazioni esterne di Finmeccanica Lorenzo Borgogni.
NEL 2010, premier Silvio Berlusconi, la presidenza del Consiglio ha indetto una gara per l’affidamento dei sistemi informativi. Vince Italgo - come parte di un’associazione temporanea di imprese - dell’imprenditore Anselmo Galbusera, da ieri interdetto per due mesi. Per i pm romani quella gara però fu preconfezionata, anche con l’aiuto di Antonio Ragusa, allora capo del dipartimento per le risorse strumentali di palazzo Chigi. Ragusa in cambio avrebbe ottenuto due favori: l’assunzione del figlio Fabrizio in Ansaldo Energia Spa, società del gruppo Fin-meccanica; ma anche un subappalto di 117 mila euro dalla Italgo alla Tecnatronic, società del genero Marco Napoli. La Italgo partecipa alla gara con Selex Se.ma. (gruppo Finmeccanica) di cui è presidente Sabatino Stornelli, anche lui indagato. In un interrogatorio di novembre, Stornelli racconta: “La partecipazione a questa gara mi è stata imposta da Borgogni (..) dopo la sua telefonata venne a trovarmi Galbusera, che mi disse che per la gara non c’erano problemi in quanto sarebbe stato aiutato da Ragusa, in cambio di un affidamento ad una società a lui vicina; e che erano già stati presi accordi con le altre imprese che partecipavano alla gara. (..) Sicchè il risultato era garantito”. Il collegamento con Galbusera viene confermato da Borgogni durante un interrogatorio in cui racconta il collegamento tra Pierfrancesco Guarguaglini, all’epoca presidente Finmeccanica, Gianni Letta e Antonio Ragusa. “Galbusera - afferma Borgogni - spingeva in ogni modo Italgo, società di nicchia. Nel 2010 mi propose la possibilità di partecipare al una gara. (..) Ne parlammo io e Galbusera con Guarguaglini (..) che fu d’accordo nella partecipazione alla gara attraverso Selex Sema. (..) Fu certamente Galbusera a sponsorizzare presso di me, che poi ne parlai a Guarguaglini, l’assunzione del figlio di Ragusa in una controllata di Finmeccanica, cosa che avvenne, ancorchè devo precisare che l’assunzione del figlio di Ragusa era stata sollecitata anche dal generale (dei Carabinieri Ndr) Savino, consulente di Guarguaglini. Non vi è rapporto causa effetto tra l’assunzione del figlio di Ragusa e la gara. Forse Galbusera millantava tale nesso ma tendo a escluderlo, poichè sarebbe stata sufficiente una telefonata con il sottosegretario Gianni Letta, con il quale Guarguaglini era in contatti giornalieri e al quale Ragusa era molto vicino”. E a proposito del braccio destro di Berlusconi, Borgogni aggiunge: “Che Letta fosse in condizione per fare tali richieste e che concretamente le facesse mi risulta personalmente, poichè aveva raccomandato a Guarguaglini l’assunzione di una persona presso la mia struttura, credo proveniente da Telecom, alla quale io mi opposi perchè era impresentabile, ed egli telefonò chiedendomene conto.” Poi Borgogni chiarisce anche il ruolo di Stornelli, “forte di un rapporto con Paolo Berlusconi - che egli spendeva continuamente e che, probabilmente era la ragione del filo diretto con Guarguaglini”. Dalle intercettazioni emerge anche che Fabrizio Ragusa, non sarebbe l’unico figlio che avrebbe beneficiato dei rapporti del padre. Quando Fabrizio Ragusa chiede al telefono del lavoro - scrive il gip – il padre Antonio “suggerisce una tattica attendista, proprio perchè in passato erano intervenute forzature a suo favore, a favore della figlia Simona - che dal 2008 al 2012 è stata consulente del comitato per la Biosicurezza della presidenza del Consiglio - e del genero Marco Napoli”. Inoltre il genero, Marco Napoli, secondo il Gip avrebbe acquistato un immobile dichiarando di averlo fatto con il ricavo della vendita di beni personali di cui non disponeva. Il venditore era Eugenio Ciotola, assegnatario di lavori sottoposti al controllo della struttura alla quale era preposto il suocero Ragusa.
IL RUOLO di Bisignani è legato alla sua capacità di influenzare nomine e creare una “continua ed incessante attività di lobbying”. Per il conferimento dell’appalto “Bisignani - scrive il gip - presentava agganci con i più diversi contesti favorendo con il proprio intervento contatti tra i medesimi al fine di consentire la realizzazione di obiettivi di qualsivoglia natura e finanche il perseguimento di interessi illeciti”. Il reato che gli contesta la Procura è però fiscale: avrebbe emesso fatture per operazioni inesistenti per circa 300 mila euro, nel 2011 tramite la società a lui riconducibile, la Four Consulting. Le fatture contestate all’ex giornalista sono state emesse verso TFGCOM, amministrata da Luca Simoni, editore del Velino che ha raccontato di aver pagato 390 mila euro a Bisignani per il suo aiuto nei rapporti con la banca Rothschild per l’affare Telecom Argentina.