Aldo Grasso, Corriere della Sera 20/2/2014, 20 febbraio 2014
QUANDO ALLA COMICITÀ NON SERVONO LE PAROLE
Da un po’ di tempo, Rai2 trasmette ogni sera alle 21 «Lol :-)», una serie comica di otto minuti. «Lol» è una produzione televisiva canadese creata da Pierre Paquin e Denis Savard ed è l’acronimo di «Laugh out Loud» (ridere ad alta voce). Réal Bossé, Antoine Vézina, Sylvie Moreau, Julie Ménard, Martin Drainville sono i cinque attori che interpretano diversi personaggi e mettono in scena situazioni divertenti il cui compito, appunto, è quello di strappare una risata.
All’inizio pensavo a qualcosa come «Oggi le comiche», lo storico programma della Rai condotto da Renzo Palmer e Bob Monkhouse che «cuciva» assieme gag di grandi comici del muto come Buster Keaton, Charlie Chaplin, Ben Turpin e Laurel & Hardy. I filmati di «Lol :-)» sono infatti quasi tutti muti (e quando gli attori parlano o grugniscono si fanno capire benissimo da tutti); l’espediente permette al programma di essere distribuito in numerosi paesi (lo stanno trasmettendo in 38).
L’idea di fondo nasce forse da quei filmati che si vedono in aereo e che hanno il compito precipuo di «ammazzare il tempo». A suo tempo, anche i comici inglesi Benny Hill (Alfred Hawthorn Hill) e Mr. Bean (Rowan Atkinson) avevano prodotto gag mute, buone per ogni latitudine, ma qui c’è qualcosa di più.
Meglio: c’è molta comicità tradizionale, sul modello classico della scivolata sulla buccia di banana. Ma quando gli autori vanno sul politicamente scorretto, graffiano le istituzioni, irridono le convenzioni, beh allora si ride, anche di gusto. Persino in una serie confezionata apposta per il mercato internazionale vale l’aurea regola di «Oggi le comiche»: la comicità, per essere tale, non deve rispettare nulla.
La comicità italiana, invece, è per tradizione giocata sui registri bassi della corporalità e della burla greve; forse è per questo che il grande Checco Zalone continua ad apparirci come un corpo estraneo.