Andrea Garibaldi, Corriere della Sera 20/2/2014, 20 febbraio 2014
DELRIO, L’ALTER EGO (PACATO E RISERVATO) DEL SEGRETARIO
Delrio accanto a Renzi, di fronte a Grillo. Delrio in Bankitalia, con Renzi. Delrio al Quirinale, con Renzi. Al posto di Graziano Delrio, già sindaco di Reggio Emilia, ministro del governo Letta, ci sarebbe da preoccuparsi: Matteo Renzi è anche un masticatore di sodali, vedi i casi Civati o Giorgio Gori, amici, alleati, complici, poi improvvisamente allontanati.
Per ora tutto fila alla grande. Sul telefonino di Delrio, quando chiama Renzi, compare il nome Mosè e sul telefonino di Renzi, quando chiama Delrio, appare Ietro, che di Mosè fu suocero, e discreto consigliere politico. La coppia funziona tanto è diseguale. Renzi attacca lo spazio, direbbe un cronista di calcio. Delrio da ragazzo era un ottimo libero, lo chiamavano il«metronomo del Montecavolo», che era il nome della sua squadra, era il regista della difesa. Brillante, scoppiettante Renzi. Pacato, riservato Delrio. Alla cronaca c’è questa sua battuta, in risposta alla domanda: lei è renziano? «No, sono Graziano». Un irriverente sito di Reggio Emilia lo chiamava «Graziano mio dio», per dire quanto sia timorato.
Adesso è lui che «tiene in mano la matita del programma» del governo Renzi», dice Pierluigi Castagnetti, che lo lanciò come sindaco a Reggio Emilia. Graziano ha cominciato, ufficiosamente, a fare il sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Quello che Gianni Letta fu per Berlusconi, che Enrico Letta fu per Prodi. Qui, però, il rapporto delle età è invertito: Renzi ha 39 anni e Delrio 53. Un fratello maggiore (se non un padre), che tira le redini se c’è bisogno, che non entra in concorrenza diretta, e può aggiustare la rotta.
Il dato biografico più noto di Delrio sono i suoi 9 (nove) figli, cinque femmine e quattro maschi, da Emmanuele, oggi 33 anni (sei meno di Renzi), a Giovanni, quindicenne. E furono i figli, in particolare Michele, l’unico che segue orme politiche, a far notare Renzi in famiglia: linguaggio nuovo, svelto, capace di tenere l’attenzione dei giovani. I due, novelli Mosè e Ietro, si conoscono e cominciano a studiarsi nelle riunioni dell’Anci, l’associazione dei Comuni. Nel 2011 Delrio è da sei anni vicepresidente ed è il naturale candidato alla presidenza post Chiamparino. Il segretario del Pd, Bersani, con il sostegno di D’Alema e di Fassino, propone il sindaco di Bari, Emiliano. Renzi scende in pista per Delrio, che passa per 4 voti, col consenso di sindaci di centrodestra, come Alemanno.
Sembra una prova generale di rottamazione. E anche per la conquista del centrosinistra da parte dei cattolici, popolari, democristiani dentro. Renzi e Delrio, al di là dei caratteri, prendono nota delle assonanze fra di loro. Di sicuro, il cattolicesimo. Delrio confessa di essere stato anarchico da ragazzo. Famiglia comunista, case popolari del quartiere Rosta Vecchia di Reggio. Padre muratore e poi piccolo imprenditore edile, nonni sepolti con la bandiera rossa e l’Internazionale. Ma Graziano legge il Vangelo, gli «esplode la fede». Sposa Annamaria a 22 anni, si laurea in Medicina e comincia a fare il ministro, il «ministro dell’eucarestia», porta cioè la comunione ai malati in ospedale. Quando diventa sindaco, dice che si ispirerà a La Pira, «sindaco santo» di Firenze negli anni 50. Renzi su La Pira ha scritto la tesi di laurea. Matteo e Graziano, uomini della provincia, con un’idea simile di governo delle città. «Cambiamo il welfare, ma scuola e sanità devono restare pubbliche», dice Delrio. Asili nido, «Fisco amico», e anche «contrattazione separata per le aziende che producono ricchezza».
Delrio è attivo nella campagna delle primarie di Renzi contro Bersani. Renzi e Delrio hanno un buon rapporto con Prodi. Si parla di Delrio, a un certo punto, come papabile presidente del Consiglio invece di Letta. Napolitano lo ritiene serio, affidabile. «Il presidente ci sta pensando», scrive Graziano in un sms a un amico, in quei concitati giorni di aprile. Diventa il ministro «renziano» nel governo Letta: fino a quando è possibile tiene in piedi un ponte tibetano fra Letta e Renzi. Coltivando relazioni con i ministri Pdl.
Delrio è ancora in ballo per l’Economia. Più probabile sottosegretario alla presidenza del Consiglio. È convinto che Renzi possa essere quello che Blair è stato per la Gran Bretagna. E lui si ritaglia il ruolo che fu di Gordon Brown, successore di Blair a Downing Street?
Andrea Garibaldi
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