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 2014  febbraio 20 Giovedì calendario

QUEGLI STRANI DISOCCUPATI CON TROPPI PRECEDENTI


LA STORIA
NAPOLI
Foglio di via, divieto di tornare a Sanremo per tre anni e una denuncia per violenza privata e procurato allarme: si è conclusa dopo un secondo interrogatorio in commissariato la vicenda dei quattro dipendenti del Consorzio di bacino di Napoli e Caserta che lunedì sera avevano sconvolto il festival. Due di loro, Antonio Sollazzo e Marino Marsicano, avevano minacciato di lanciarsi nel vuoto se Fazio non avesse letto la loro lettera. Erano riusciti ad arrampicarsi sull’impalcatura approfittando della distrazione generale provocata dal malore (secondo gli inquirenti falso) di Maria Rosaria Pascale, arrivata insieme a loro e a Salvatore Ferrigno. I quattro erano partiti in mattinata da Napoli e a Sanremo avevano acquistato i biglietti per l’Ariston, due dai bagarini e due al botteghino, come hanno raccontato loro stessi. Si erano presentati come «insospettabili», continuano a ripetere gli organizzatori del Festival, respingendo al mittente le accuse di Beppe Grillo che ha parlato di «finti operai».
Indifferenti allo sconvolgimento prodotto ieri pomeriggio Sollazzo e gli altri tre hanno ripreso la strada di casa, e già annunciano di essere pronti a riprendere la protesta. Da mesi i «disperados», che fanno capo a Salvatore Lezzi e Ciro Duello, tengono la piazza. Il 3 febbraio due di loro hanno minacciato di lanciarsi dalle stanze della Provincia, a fine gennaio lo stesso Antonio Sollazzo ha minacciato di darsi fuoco all’interno del Comune di Castelvolturno e ancora lui a settembre ha tentato di bloccare i compattatori diretti all’inceneritore di Acerra. A Novembre i «desperados» intralciarono la manifestazione di Forza Italia: volevano incontrare Berlusconi e per allontanarli dovettero intervenire le forze dell’ordine. E sui consorzi da mesi indaga la Procura di Napoli con il pm Raffaello Falcone. Del resto il leader dello schieramento, Salvatore Lezzi, è un organizzatore professionale della protesta tanto che nel 2003 è stato arrestato, con Giuseppe Misso, proprio per un’inchiesta sul mercato dei posti di lavoro, poi nel 2009 è stato assolto. Intanto era stato consigliere del quartiere Mercato Pendino nelle fila di Forza Italia, continuando prima e dopo a transitare in molti partiti della destra, Forza Nuova inclusa. Ma adesso lui e i suoi rifiutano ogni etichetta politica: «Ho votato Berlusconi - dice Sollazzo - ma oggi straccerei la scheda». Del resto, più che la politica sono stati i piccoli precedenti penali a fare la fortuna di Lezzi e di molti dei suoi. La carriera del Masaniello dei disoccupati era cominciata quando aveva fondato una lista di ex detenuti. E dalle liste era transitato nei Consorzi di bacino dove guida i Desperados, l’ala più oltranzista della frantumatissima rappresentanza sindacale del settore. La loro unica, ma fondamentale richiesta è: pagateci gli stipendi.
Daniela De Crescenzo