Paolo Siepi, ItaliaOggi 20/2/2014, 20 febbraio 2014
PERISCOPIO
Nuovo governo: Marianna Madia potrebbe andare al Lavoro. Per la prima volta in vita sua. Spinoza. Il Fatto quotidiano.
Consultazioni, Napolitano ha ricevuto per primo Daniel Alfreider della Sudtiroler Volkspartei. Era convinto che fosse un medagliato di Sochi. www.kotiomkin.it
Renzi sarebbe anche un ottimo presentatore di Sanremo. Jena. La Stampa.
Matteo Renzi parla un inglese stentato. Financial Times.
Non esiste una sola foto in cui Letta e Renzi si stringano la mano guardandosi negli occhi. Claudio Cerasa. Il Foglio.
«Ma lei, Renzi, avrà almeno un difetto?». «Soffro di vertigini». Paola Maraone. Gioia.
Enrico Letta si è dimesso il giorno di San Valentino, patrono degli innamorati, ma anche vescovo e martire. Mario Deaglio. La Stampa.
Nel 1984, quando venni invitato al congresso dei giovani democristiani, rimasi sconvolto. Avevo visto infatti gente calarsi dalle finestre, e gruppetti che si accapigliavano sin nei bagni. Pensai: questa è la Dc, io non sarò mai un democristiano. Enrico Letta citato da Francesco Merlo. la Repubblica.
Il segretario del Pd gode l’appoggio di Briatore, tornato in auge grazie a una trasmissione televisiva dove licenzia senza pietà i concorrenti che non reputa degni di lavorare con lui; per il filosofo Massimo Cacciari, Briatore è un «cafone megagalattico»; anzi di più: «L’idea platonica del cafone». Luca Mastrantonio. Corsera.
L’Italia è un paese che ha perso tutto: lavoro, fiducia, ideali, amore. Gli resta solo l’odio. Marcello Veneziani. Il Giornale.
Renzi ha una visione molto padronale dell’Italia, della Toscana e di Firenze e le beghe del Pd si ripercuotono sul Paese da tre anni. I cittadini sono considerati di serie B da Renzi, a partire dai fiorentini che avevano un sindaco, forse ne avranno un altro e comunque decide tutto Renzi, manca solo che vada a dare le benedizioni e a distribuire le prime comunioni fuori dalle chiese. Di solito così funziona a Cuba dove Fidel Castro sceglie il fratello Roul come successore. Matteo Salvini, segretario federale della Lega Nord. Corsera.
Gli uomini più vicini a Renzi gli consigliano prudenza e ottimismo: due mesi fa, il sindaco non era ancora nemmeno segretario. Ci ha messo un amen a liquidare Letta: ora prenda il tempo necessario per dimostrare, a chi è scettico e turbato, che non è stato un errore, che l’operazione aveva un senso e che la rivoluzione annunciata come promessa arriverà. Federico Geremicca. La Stampa.
Matteo Renzi dovrà guardarsi dalla popolarità. Un leader deve condurre: non seguire amori, applausi e sondaggi. Deve passare alla storia, non passare l’estate. Per far questo, occorre resistere alle lusinghe degli adulatori: a Roma sono molti, abili e instancabili. Beppe Severgnini. Il Corriere della Sera.
Mi sento un’idiota se penso a tutto ciò che Angelino Alfano ha ricevuto invece di tanti altri che hanno militato in Forza Italia e nel Pdl ma non hanno sgomitato e scodinzolato. Perché Alfano è uno che, davanti a Berlusconi, ha scodinzolato più di Dudù. L’ho visto io stessa più volte stendersi davanti al presidente, blandirlo, esaltarne i successi e, del resto, Alfano lo ha sempre fatto con tutti i suoi mentori, da La Loggia a Miccicchè. Chiedete a loro. Michaela Biancofiore, deputato Fi. La Stampa.
Io sto dalla parte di Diego Dalla Valle perché noi Barilla siamo come Della Valle, in realtà. La Fiat ha avuto molto dal nostro Paese. Confindustria è stato lo strumento della Fiat. Quando non le è servita più, l’ha mollata. Guido Barilla a Mix24.
Sono rimasto alla Camera solo tre anni, nella breve legislatura ghigliottinata nel 1979 dall’assassinio Moro, quando tu, Vittorio, eri a Roma e tuo figlio Guido spiccicava le prime parole per gridare che non voleva andare all’asilo (esattamente come te). Diventai deputato per esorcizzare lo spettro del sorpasso comunista nel 1976 e lo diventai per colpa tua. Mi avevano lasciato soltanto 24 ore di tempo per accettare o respingere la richiesta degli amici di Modena che cercavano esorcisti con «facce nuove» e tua madre aveva dichiarato che se avessi riposto di sì, avrebbe chiesto il divorzio. Fosti tu a calmarla e a sdrammatizzare la situazione dicendo: «Mamma, ci sono tanti coglioni che fanno i deputati, lascia che ci provi anche il papà». Guglielmo e Vittorio Zucconi, La scommessa. Rizzoli.
La novità è che adesso accanto a Carlo De Benedetti è arrivata una signora (Silvia Cornacchia ex Delle Rose) che si diverte da matti a studiare e commentare le prime pagine, adora raggomitolarsi con lui sul divano e vedere fino all’ultimo talk-show. Le fidanzate precedenti (una delle quali mia amica d’infanzia) nemmeno accompagnavano l’editore alle cene. Silvia non lo molla mai, nemmeno ai vertici mondiali di Davos, dice la sua e riscuote simpatie. Lei, più moderata del marito, con snobismo raccontava di aver sempre votato «per la diccì, come quasi tutti». Barbara Palombelli. Il Foglio.
Sul finire dell’anno 1340, in una fredda ma ancora bella notte di autunno, un cavaliere percorreva il sentiero che costeggia la riva sinistra del Reno. La luna cominciava a irradiare la sua luce d’argento; e noi approfitteremo di quel furtivo raggio di luce per dare una rapida occhiata al notturno viaggiatore. Alexandre Dumas, L’arciere del Reno. Donzelli editore.
Alexandra Bergason ereditò la terra di famiglia alla morte di suo padre, un ex costruttore navale. Agli occhi di Alexandra, quella terra era bella e ricca, e forte e gloriosa. Con lo sguardo ne assaporò la vastità, fino a non riuscire più a guardarla perché le erano venute le lacrime agli occhi. Willa Cather, Pionieri. Mattioli.
Quello che siete fummo / Quello che siamo, sarete. Iscrizione nel cimitero del Verano, Roma.
Tutti questi anni in cui insegnavo, ho io stesso appreso molto. Ho consolidato la mia fortuna, sistematizzato le mie conoscenze, colmato le mie lacune. Pierre Lemaitre. «Au revoir là-haut». Albin Michel. Sette.
Con l’Inquisizione la Chiesa ha fatto di Dio il più grande persecutore dell’umanità. Roberto Gervaso. Il Messaggero.