Luca Dondoni, La Stampa 20/2/2014, 20 febbraio 2014
“CHE GODURIA, MI SENTO COME IN PASTICCERIA”
Tutto quello che è successo alla prima puntata del festival per me è stata una goduria. Non mi aspettavo una tripletta: Grillo, i contestatori, il sipario che non si è aperto, se fosse successa qualche altra cosa avrei pensato che c’era puzza di combine. Sono cose fantastiche per chi ha una telecamera in mano e sta dietro le quinte». Scherza così Pif, in conferenza stampa, commentando l’esordio del suo «Sanremo & San Romolo». «In questi giorni sembra che me la tiri, ma altro che Brad Pitt. Al massimo sono Brad Pif - ironizza -. Devo lavorare e ho davvero poco tempo per parlare con i giornalisti o con chi mi ferma per strada. Faccio tutto da solo, giro e poi monto i filmati, tutto da solo. La prima però è stata una puntata perfettina, organizzata da una settimana, le prossime non saranno così. Racconterò quello che vedo».
E infatti già nella serata di ieri si è visto Pif muoversi dietro le quinte dell’Ariston come un topo nel formaggio. D’altra parte Pierfrancesco Diliberto, questo il suo vero nome, dichiara serio: «Non sono abituato a queste cifre, intendo quelle che mi hanno comunicato circa gli ascolti della mia striscia. Ma ci pensate, quasi nove milioni di telespettatori. Per me già la metà sarebbe stata un successo, d’altra parte quando mi ricapiterà di passare da queste parti».
«Sanremo è un po’ come Natale, piace o no te lo becchi», ha detto Pif a proposito di una manifestazione che per qualcuno è uno show distante dalle sue corde. «L’idea popolare è che Sanremo, scritto tutto attaccato, sia “basso”, inteso come nazionalpopolare; se lo vai ad analizzare, in realtà è da tempo che non è più così, basta vedere gli ospiti di quest’anno».
Dalle 20.35 alle 20.45 circa, in dieci minuti Pif descrive ciò che di solito resta fuori dalle luci del teatro e l’idea è nata così: «Quando ho scoperto che il santo patrono di Sanremo è San Romolo mi sono venute altre cento idee. Tutti poi mi chiedono se parlerò di Renzi. Ebbene no, non me ne occuperò anche perché mi basta essere qui. È come stare in pasticceria davanti ad un banco di dolci, in mezzo alle cassate. La verità è che con questo pass posso entrare e uscire quando voglio e secondo me la Rai già si sta pentendo di avermelo dato visto come mi sto muovendo tra camerini e zona rossa (cioè quella antistante il proscenio; ndr). Comunque, come cambiano i tempi, quando venivo a Sanremo con le Iene ero uno di quelli da bloccare a tutti i costi e adesso invece...».