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 2014  febbraio 20 Giovedì calendario

RENGA RISCHIA LA VITTORIA RUBINO RISCHIA LA FICTION


8 - FRANCESCO RENGA
A un isolato da te - Vivendo adesso Il voto è soprattutto all’interprete. Nessuno, se non la Ruggiero, ha allevato come lui la voce, nutrendola con studio continuo, e trovando gran difficoltà però nel reperire un repertorio adatto. Anche qui la fatica si indovina. A un isolato da te di Casalino guarda a mondi più tradizionali, l’apertura odora di Abba lontano un miglio, poi si apre a conforto della voce. Elisa ha scritto invece Vivendo adesso, un più efficace power pop con testo piuttosto retorico, ma vincente grazie a lui che rischia proprio la vittoria ’14.

7 - GIULIANO PALMA
Così lontano - Un bacio crudele Il debuttante più agé della combriccola, con i suoi 48 anni, quando canta ti fa comunque ballare, e si muove con grande ritmo grazie all’enorme esperienza accumulata in anni gloriosi coi Bluebeaters. Il primo brano firmato con Nina Zilli è il più grazioso; il secondo non si allontana molto dal primo, se non per l’ulteriore carica ritmica. Ma Palma compie il suo dovere sociale di divertire.

5 - NOEMI
Bagnati dal sole - Un uomo è un albero C’è un po’ di provincialismo in tutti noi, quando ci accendiamo perché qualcuno incide a Londra. Noemi (in foto) è una ragazza sveglia, si muove cercando identità artistica, dopo essersi molto affidata in giro. I nuovi brani sono lodevoli nelle intenzioni, però il primo, elettronico, suona più esperimento sonoro che canzone vera e propria; mentre il secondo, a parte le immagini bislacche, decolla a metà e si finisce per apprezzare più le parti dell’insieme (nel finale Bob Marley si rivolta).

5 - RENZO RUBINO
Ora - Per sempre e poi basta Con Rubino, Fazio si è voluto trasformare in talent-scout. L’anno scorso fra i Giovani ha servito la causa gay, con il brano più brutto di un album grazioso. Ora, un po’ avventurosamente divenuto Big, si riscatta guardando ai cantautori, perfino, per quanto possibile, a Umberto Bindi. Ma l’ambizione deve ancora fare i conti con l’esperienza, mentre il rischio di trasformare i brani in una fiction è reale.

5 - RON
Un abbraccio unico - Sing in the rain Stagione problematica per uno dei cantautori più significativi dell’età dell’oro, che nel primo brano non trova la chiave per un ritorno avvincente, e si avvita in un formalismo stilistico che evoca grandi momenti, senza riuscire a emularli. L’altra è una trovatina divertente, un pop-folk con il suo banjo e l’allegra band, ma non così spumeggiante com’era forse nelle intenzioni dell’autore.

6 - RICCARDO SINIGALLIA
Prima di andare via - Una rigenerazione Poco risentito, subito ritrovato, l’ex Tiromancino torna da solo con il suo stile consolidato e senza sorprese. Gradirà forse Una rigenerazione la sua generazione, che si potrà specchiare in un ottimismo elettronico e un po’ fanciullesco, immemore di cadute e risalite anche musicali; mentre Prima di andare via sembra uno sposalizio con Manu Chao, in una dolcezza snervata e minuziosa che si alimenta dell’esperienza, e farà sognare qualcuno. Sfuggono le prospettive a lungo termine, al di là del piacere di esserci.

6 - FRANCESCO SARCINA
Nel tuo sorriso - In questa città L’ex leader delle Vibrazioni torna da solista, dopo l’ennesima implosione di una band, e propone l’unica bandierina di rock accorato e sanguigno, in una rassegna fuori dal tempo e dallo spazio. L’intensità va al servizio di una riconosciuta poetica, fra il primo brano di puro stile Vibrazioni e l’inutilmente accorata In questa città. Sanremo potrebbe comunque essere una buona ripartenza.

5 - DIODATO
BABILONIA Fra retorica e pensieracci, il ragazzo indie parte bene in sussurro, poi erompe in un canto disperato sui tempi difficili, e lascia allibiti nello slogan condivisibile: «certi giorni ho il cuore nero ed è sempre lunedì».

6 - FILIPPO GRAZIANI
Le cose belle La voce ricorda quella indimenticabile di babbo Ivan, la canzone è un rock di protesta che neanche nei più verdi ’60: «La mia generazione è a spasso/come lupi sul Gran Sasso». Ecco il problema.

6 - BIANCA
SAPRAI La ragazza torinese promette di occuparsi seriamente del proprio futuro. Vocalità cristallina, venata di soul. Un tipo pop ma non troppo rassicurante. Vedremo.

7 - ZIBBA
SENZA DI TE Il vocione alla Pierangelo Bertoli nasconde un cuore da lottatore e lunghi anni di gavetta, che cedono al pop in questo momento delicato. Ma Zibba guarda altrove.