Carola Uber, Chi 19/02/2014, 19 febbraio 2014
COSTANTINO VITAGLIANO
MILANO FEBBRAIO
Costentino Vitagliano sta per compiere 40 anni e apparentemente non è cambiato. Seduto sulla poltrona dell’agenzia Silvia Ranzi, a cui si è da poco affidato per tentare il rilancio mediatico, racconta le sue nuove attività snocciolando numeri con la sicumera di un politico rodato: 8.300 follower suTwitter in due mesi, punte di 46 mila iscritti alla sua chat, 60 persone che lo seguono in diretta su Justin-tv (Casa Vitagliano), 2 canali su You Tube (C’è Costa per te e Costantino OffLimits), 900 mila dvd venduti del suo film cult Troppo belli (2005), 68 finti profili su Facebook, un target di pubblico tra i 20 e i 70 anni... A dieci anni dal suo boom mediatico, l’ex ironista di Uomini e donne sta per tornare anche con un cortometraggio di Lory Del Santo (The Lady) e un libro, che uscirà il giorno del suo compleanno (10 giugno) intitolato Ho avuto tante donne ma non ne ho mai amata nessuna e di cui ci ha già svelato l’happy end: «in realtà le ho amate tutte».
Domanda. Ci dica un altro numero: quante ne ha avute?
Risposta. «Non le ho contate, sarebbe impossibile: ho iniziato a 16 anni a fare l’animatore e la mia prima esperienza sessuale l’avevo avuta a 14. Quando lavoravo nei locali, ogni notte stavo con una diversa. Che fosse sesso o amore, lo si faceva. Dove capitava: nei bagni, in macchina, nei camerini, per le scale, in palestra».
D. Nel libro fa tanti nomi?
R. «Quelli già noti: Alessandra Pierelli, Linda Santaguida e Maria Teresa Francville. Ho avuto altre donne famose, donne potenti, dello spettacolo e dell’imprenditoria... Ma perché dovrei fare i nomi? Nel libro racconto la mia vita, mica la loro. E poi non parlo solo di donne, ma di questi dieci anni da sogno, vissuti tra alti e bassi».
D. Allora i nomi conosciuti sono anche altri. Maria De Filippi, per esempio.
R. «È quella a cui devo di più, un genio: vedeva che funzionavo e senza darmi dritte ha iniziato a sfruttarmi più che poteva. E con lei Maurizio Costanzo. In due, facevano il palinsesto di Canale 5 e quand’erano in onda portavano Costantino: mattina e sera lui, pomeriggio lei. Mi usavano, è vero, ma io intanto ingrassavo le chiappe. Solo che per l’adrenalina dormivo tre ore a notte».
D. All’epoca dietro di lei c’era Lele Mora. Anche a lui riconosce del genio?
R. «No, lui è stato solo fortunato. Bravo no. Se lo fosse stato non avrebbe avuto i problemi che ha avuto. Per quanto riguarda me, non faceva altro che rispondere al telefono, i miei contratti li chiudevo io. La sua bravura è stata usarmi per far lavorare tante altre persone dell’agenzia. “Vuoi Costantino?”, diceva. “Allora devi prendere anche questi altri quattro”. Andavo in ufficio da lui e mi trovavo duecento Costantino, tutti uguali... Compreso Fabrizio Corona: la prima volta che l’ho visto era magro, anoressia), senza un tatuaggio. Dopo due anni urlava: “Sono il nuovo Costantino, sono il nuovo Costantino”».
D. Erano i tempi delle feste esagerate in Costa Smeralda, degli sponsor ipergenerosi, della grande famiglia di “casa Mora”. Non immaginava che quella sbornia sarebbe finita?
R. «Non avevo tempo di pensare al futuro, vivevo il presente. Ma ero coscientissimo che stavo lavorando e non giocando, a differenza di tanti altri che erano sempre strafatti. Io ballavo sul cubo e invece di pensare alle ragazze, ai miei piedi, pensavo: “Guarda quanti soldi fa girare questo qui, aspetta che me ne prendo una fetta”. Quando poi sono iniziati i primi casini per Mora, con Vallettopoli, il mio sistema nervoso è esploso».
D. Cioè?
R. «Un giorno ero a casa con Linda e sono svenuto. Un attacco di panico. Lele Mora, che abitava sotto, è arrivato e ha chiamato l’ambulanza (stranamente senza avvisare i fotografi di Corona, cosa che faceva regolarmente con tutti i suoi artisti). Da quel momento ho iniziato a star male, non controllavo più mente e corpo, vivevo con lo Xanax in mano e andavo tutti i giorni all’ospedale a farmi visitare: stavo bene solo lì. Volevo anche comprarmi la macchina della Tac... Era come se volessi essere malato. Sono dovuto andare in Spagna, lontano da tutto e da tutti, per iniziare a stare meglio. E intanto intorno a me sono spariti tutti, Mora compreso. Meglio così: oggi io sto bene, loro non so».
D. Anche Interrante sparì?
R. «Non si è fatto sentire per tre anni. Un giorno mi ha chiamato per dirmi che era nata sua figlia. E io: “Auguri”».
D. A lei dispiace non avere ancora un figlio?
R. «Mi dispiace averne perso qualcuno: stavo per diventare papà sia con Linda, sia con Maria Teresa, ma la prima gravidanza finì con un aborto spontaneo, la seconda con uno indotto. Con il senno di poi, meno male, perché oggi non starei più con le loro madri. Vorrei un figlio dalla donna con cui starò tutta la vita».
D.0ra ce n’è una?
R. «Frequento una ragazza da qualche mese. Vive qui ma non è italiana, ha una trentina d’anni e ha lavorato in tv. Non dico altro».
D. Senta, ma è sicuro di volerlo di nuovo il successo?
R. «Gli errori servono a non rifarli. Oggi non ho paure, a parte una: quella di un infarto».