Valerio Palmieri, Chi 19/02/2014, 19 febbraio 2014
FRANCESCO RENGA
Sanremo Febbraio
Indossa un cappotto Anni 70 che sembra uscito da Romanzo criminale e, invece, è di un noto stilista. «Non dovrei dirlo per scaramanzia, ma è lo stesso che mi vestì nel 2005 quando vinsi con Angelo», svela Francesco Renga, tra i favoriti anche a questo Festival. I brani che ha portato in gara, A un isolato da te e Vivendo adesso, anticipano l’uscita dell’album Tempo reale, il suo migliore a detta degli esperti. A fine mese, inoltre, Renga sbarca in Sudamerica, dove aprirà un concerto di Laura Pausini e lancerà l’album Mi voz, destinato a quel mercato, con brani suoi e della tradizione del bei canto italiano.
Domanda. Togliamoci subito il dente: Vivendo adesso, scritta da Elisa, parla di tradimento.
Risposta.
«Nel testo c’è una frase che recita: “Amami ora come mai/tanto non lo dirai/è un segreto tra di noi”. Questo può far pensare al tradimento, io ci vedo un sentimento forte, totale. Però non scappo dalla domanda: penso che il tradimento sia grandissima fonte di ispirazione per le canzoni, uno dei migliori territori dove raccogliere spunti (ride, ndr) perché e’entra con la passione e l’innamoramento. Per chi lo subisce è una tragedia, e chi di noi non lo ha subito? Quindi è un tema molto popolare, nessuno è immune. Se parliamo di me, il fatto di essere un personaggio pubblico che sta con un altro personaggio pubblico (Ambra Angiolini, ndr) e ha una famiglia, scatena un groviglio in cui è difficile tenere a bada i gossip. Però me ne lavo le mani perché la canzone l’ha scritta Elisa (ride, ndr)».
D. Lei perdona?
R. «Non sono un rancoroso, diciamo che perdono perché ho bisogno di essere perdonato».
D. È considerato un sex symbol: ha iniziato a cantare per quello?
R. «Non ho mai avuto problemi con le donne, sono sempre piaciuto. Scherzi a pare, la verità è che a 14 anni, appena sono entrato in una sala di registrazione, ho deciso che avrei fatto il cantante. Questo mi ha permesso di non disperdere energie e di avere un faro, una stella, anche in momenti drammatici: l’unico modo per cercare di essere risolto era quello di cantare e scrivere canzoni».
D. In Tracce di te, scritta ormai dieci anni fa, parla di sua madre che non c’è più, in Angelo ha raccontato il suo ruolo di padre.
R. «Scrivere di me, all’inizio, è stato come sfondare un muro per esorcizzare alcuni fantasmi. Certo, per cantare cose tanto personali e farle conoscere a tutti mi sono dovuto anche un po’ violentare. Ma Angelo è stata davvero l’illuminazione di essere passato da figlio a padre, non essere più egoriferito ma sapere di avere una vita fra le mani, una responsabilità che sposta il tuo baricentro e cambia il tuo punto di vista».
D. Ha grandi progetti e collaborazioni importanti, a che cosa le servirebbe vincere Sanremo?
R. «Per me il Festival è, soprattutto, un’occasione per presentare il mio nuovo lavoro, frutto di due anni di riflessioni, di viaggi e di confronti. Certo, se vincessi e portassi a casa una seconda statuetta sarebbero contenti i miei figli, che così ne avrebbero una ciascuno!».
D. È un padre molto presente.
R. «Sono molto complice, Ambra è quella severa, io ho l’età dei miei figli: Iolanda ha dieci anni e mi sta superando, con Leonardo, che ne ha 7, il rapporto è paritetico».
D. Sanremo ha segnato il suo destino. Cosa accadde nel 2000, alla sua prima partecipazione?
R. «Ho conosciuto la mamma dei miei bambini, il Festival mi ha portato fortuna. Ai tempi Ambra lavorava per una radio e io, che sono sempre un po’ avulso dal contesto, sapevo che aveva fatto Non è la Rai, ma ho visto subito la persona, non il personaggio. Diciamo che, sì, è stato un incontro folgorante».