Francesco Bramardo, la Gazzetta dello Sport 19/2/2014, 19 febbraio 2014
CIRO PIÙ DI TEVEZ «SPOSO A MAGGIO, IN TEMPO PER RIO»
Bisognerebbe metterli nel freezer, sotto zero, congelare lo stato di forma, le prestazioni, non guardare la data di scadenza del prodotto, giugno 2014, quando i nuovi gemelli del gol potrebbero non essere più commestibili per il Toro. Ciro Immobile ed Alessio Cerci sono il presente del club granata che dopo 25 anni torna a sognare l’Europa, sesto posto grazie ai gol della coppia assemblata l’estate scorsa, avviati di questo passo ad essere protagonisti del prossimo mercato e chissà, magari anche in Brasile. Cerci mezzo piede in azzurro ce l’ha, Ciro sta lavorando per mettere in difficoltà il c.t. «Alessio merita il Brasile, faccio il tifo per lui, io lavoro per arrivarci, sarà dura, non devo perdere un colpo perché le scelte arriveranno in coda».
Tredici Il gol numero 13 al Verona ha gemellato su twetter Nord e Sud, tifosi e amici di Napoli e dintorni, le radici di Ciro, e tifosi del Toro. «Avanti di questo passo ti compra il Real», «Ciro fermati, se no la Juve ti porta via». Ci sono poi i tifosi veronesi che l’altra sera al Bentegodi non hanno gradito il gol numero 4 rifilato in carriera da Immobile all’Hellas, fischiato per tutta la gara. Ciro fa spallucce, stesso discorso per il futuro, cartellino a metà con la Juve, 2 milioni e 750mila euro il riscatto (con un ritocco possibile da parte del presidente Cairo). «Il Toro ha creduto in me, avevo bisogno di una società che mi offrisse la possibilità di riscattarmi dopo la stagione al Genoa, un gioco e un allenatore a me congeniale e così è stato, mi trovo bene, non vedo perché dovrei cambiare». Ora il derby è alle porte ed il bomber quasi non crede alla classifica. «Stiamo giocando bene, abbiamo raccolto i punti che all’andata abbiamo perso per strada, ce ne mancano 4-5, chissà dove saremmo. Siamo carichi per il derby, la squadra cresce di partita in partita, a Verona abbiamo dimostrato di che pasta siamo fatti».
Record Immobile è un babà, dolce all’apparenza ma è il rum che ti frega. Quando va in campo Ciro si trasforma, diventa micidiale sullo scatto, difficile per i guardalinee giudicare la posizione, sempre sul filo del fuorigioco. Negli ultimi tempi è diventato anche cinico sotto porta. «Ho ascoltato i suggerimenti di Pulici- ha ammesso di recente Immobile- prima sbagliavo due gol su tre, negli ultimi tempi va un po’ meglio». Tredici gol, otto nelle ultime otto partite senza un calcio di rigore, fallito l’unico penalty “soffiato” a Cerci contro l’Atalanta, 18 gare da titolare, 8 reti fuori casa e 5 all’Olimpico. In verità, e Ciro ci tiene a sottolinearlo per scaramanzia, le reti non sono 13 ma 14 con il gol dell’ex messo a segno in Coppa Italia contro il Pescara. Il segreto del successo, al di là dell’ottima stagione della squadra, è legato alla fiducia nell’allenatore e all’affiatamento con Cerci, uomo assist in campo, amico fuori. Con 13 gol oggi Immobile è vice-cannoniere in campionato alle spalle di Rossi (14), in coabitazione con Tevez che vanta però 24 presenze in campionato e 1866’ contro le 21 di Ciro (1702’ in campo) e un rigore contro i gol tutti su azione di Immobile. Per la nazionale un’estate fa ha rimandato il matrimonio con Jessica, per la nuova convocazione è pronto a spostare nuovamente la data, «un sacrificio comprensibile, la mia fidanzata capirebbe anche se la data è fissata appena chiuso il campionato, in tempo per l’altare e l’azzurro» confida Ciro.