Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  febbraio 19 Mercoledì calendario

RIVINCITA SULLA GERMANIA


Si può ottenere un buon risultato televisivo (quasi 6 milioni di spettatori) anche con una fiction carica di luoghi comuni (un omicidio mafioso di vent’anni prima, che ha turbato la vita del protagonista; il contrasto fra la vita in Germania, dove l’uomo è emigrato, e il profondo Sud italiano; un matrimonio in crisi che ritrova slancio e passione proprio in Puglia; un sindaco che si è arreso alla legge della Sacra corona unita ecc.). La mia grande famiglia italiana (Rai Uno, lunedì, ore 21,20) ha il merito di aver trattato con garbo questi materiali di risulta, grazie a una regia (di Olaf Kreinsen, regista tedesco di alcune serie del Commissario Rex) accurata e a un cast di attori (Alessandro Preziosi, Tanja Weldhorn, Karin Proia, Peppino Mazzotta, Nunzia Schiano) a loro agio nelle parti che interpretano. Paolo, il protagonista, è un ingegnere italiano emigrato in Germania subito dopo la morte del padre, vittima di un incidente sul quale sarebbe stato opportuno indagare. Chiamato dal fratello, rientra in Italia (accompagnato dalla moglie tedesca) con un certo fastidio. Ma poi è catturato dagli uliveti di famiglia, dagli scorci di una terra bellissima (la fiction è stata girata tra Polignano a Mare, Crispiano e Santa Maria di Leuca), dal clima, dalla cucina, dagli affetti familiari ritrovati. La bella moglie tedesca si ambienta immediatamente. La vita semplice (senza gli affanni professionali) rappresenta la ricetta ideale per riscoprire la serenità e la felicità. E persino i turbamenti che hanno accompagnato Paolo per vent’anni trovano una soluzione, in contemporanea con lo svelamento delle cause che portarono alla morte del padre. Malgrado i misteri (e gli incubi notturni del protagonista), la trama scorre con leggerezza. È lecito ipotizzare che il regista non sia un ammiratore di Frau Merkel: ha firmato un film che segna una vittoria netta dell’Italia sulla Germania, una rivincita narrativa sulle tante umiliazioni che Berlino ci ha inflitto in questi ultimi anni.