Roberto Bertinetti, Macro, il Messaggero 19/2/2014, 19 febbraio 2014
CARROLL, IL PADRE DI ALICE CHE ODIAVA LA NOTORIET
LA LETTERA
«La notorietà favorisce le continue richieste di sconosciuti che collegano il mio nome ai libri e mi trattano come una sorta di leone. Odio tutto questo al punto che, a volte, vorrei non aver mai scritto alcun volume». Lo confida il 9 novembre 1891 Lewis Carroll in una lettera inedita spedita a Anne Symonds, vedova di un eminente chirurgo di Oxford, che sarà messa all’asta a Londra tra poco meno di un mese. Proveniente da una collezione privata, vale almeno quattromila sterline e conferma ancora una volta l’idiosincrasia del reverendo Charles Lewis Dodgson nei confronti di chi lo interpellava come autore di Alice nel paese delle meraviglie e di altri capolavori vittoriani in cui, con straordinaria intelligenza, si narrano mondi capovolti.
Nonostante fosse un epistolografo infaticabile – il catalogo della corrispondenza tenuto con precisione maniacale oltrepassa quota diecimila – il matematico Dodgson respinse sempre ogni missiva indirizzata allo pseudonimo scelto nel 1865 per firmare il volume che gli diede fama. Persino la regina Vittoria si vide rifiutare l’invito a inviarle un autografo e nella lettera a Anne Symonds i motivi del diniego vengono ribaditi: «Non sopporto i collezionisti, sono persone moleste». Pochi mesi prima di confidarsi con l’amica aveva fatto uscire un annuncio a pagamento sui principali quotidiani britannici dove affermava: «Tante persone ignote si rivolgono a Mr Dodgson con la certezza, del tutto priva di fondamento, che riconosca la paternità di volumi pubblicati sotto un nome diverso dal suo. Egli pertanto afferma in maniera ufficiale di non riconoscere alcun legame tra se stesso e qualsivoglia pseudonimo. Le lettere inviate a un indirizzo con un destinatario diverso da Mr Dodgson verranno rispedie al mittente con la dicitura sconosciuto».
IN GITA
Fu durante una gita in barca nel luglio 1862 con Alice Liddell, figlia adolescente del decano del Christ Church di Oxford, che nacque la storia destinata a diventare celebre, stampata tre anni più tardi e che riscosse un enorme successo. Seguì, a breve, la traumatica rottura con i Liddell per ragioni mai chiarite e il timido matematico rifiutò sempre in seguito di ammettere la paternità dell’opera. Alcuni anni dopo la morte di Carroll, avvenuta nel 1898, Alice Liddell mise all’asta il manoscritto del volume. Ne ricavò una somma enorme per l’epoca (15.400 sterline) e divenne una star internazionale perché il mondo intero scoprì il rapporto che la legava a un libro amato ovunque: i giornali le dedicarono ampio spazio, fu invitata in America per un tour di conferenze. Decise di non rispondere mai alle domande relative all’intensità del legame con Carroll e sui motivi dell’interruzione dei rapporti con la famiglia.
Il reverendo Dodgson, conferma la lettera inedita, non apprezzava i curiosi. E Alice rispettò quella scelta.
Roberto Bertinetti