Piero Negri, La Stampa 19/2/2014, 19 febbraio 2014
IL SOLDATINO LAETITIA “LAVORO SULL’EMOZIONE”
Fabio Fazio ne fa addirittura filosofia: per lui Laetitia Casta è unica, forse un nuovo modello femminile. «La contemporaneità ci ha abituati a distinguere tra bellezza esteriore e interiorità, a pensare che chi è bello non debba avere altre qualità, ma lei sconvolge tutti i canoni». Laetitia sembra fatta apposta per smentire i luoghi comuni, e se uno dei cliché più abusati dello showbusiness dipinge le modelle come pigre e scostanti, lei, come tutte le colleghe di successo, è soprattutto una gran lavoratrice. A Sanremo è arrivata sabato e si è chiusa in camera, ne è uscita la mattina dopo e per tre giorni ha fatto la spola tra l’hotel, l’Ariston e una scuola di danza del porto turistico dove ha provato lunghe ore «per fare - dice - qualcosa che non avevo mai fatto prima».
Non un’uscita, feste neanche a parlarne, lunedì sera ha provato in teatro fino alle 23 e durante la pausa obbligata tra le 20 e le 21 ha mangiato una pizza in camerino. «Sono contentissima di essere qui al Festival - dice - anche se in questi giorni ho lavorato moltissimo e non ho visto niente della città. Solo la nebbia, il giorno in cui sono arrivata. Mi sono chiesta: ma siamo in Scozia o in Liguria? La sera torno in albergo e mi butto a letto, il mattino mi sveglio e come un soldatino parto per la mia missione».
L’idea di riproporre una versione ironica di Ma ‘ndo Hawaii, dal film Polvere di stelle, è stata sua. Lei lo vive come un omaggio alle attrici italiane, a Anna Magnani e a Monica Vitti, che cantava quella canzone goliardica con Alberto Sordi, regista del film e autore del testo (la musica è di Piero Piccioni): «Il cinema italiano mi piace da sempre - dice - le sue grandi donne sono state un’ispirazione. Poter fare la commedia al cinema con Giovanni Veronesi (Una donna per amica esce la prossima settimana, ndr) e al festival mi ha permesso di far vedere la mia anima mediterranea».
Laetitia è figlia di una bretone e di un corso, e dunque contiene in sé gli estremi geografici della Francia, che rappresenta in quanto volto della «Marianna del 2000», icona del Paese, e forse più ancora per aver interpretato al cinema il simbolo della moderna mitologia nazionale, Falbalà, la ragazza più carina del villaggio di Asterix. «Fin dall’inizio - racconta - ho saputo che nel mio lavoro ciò che conta davvero è l’emozione. Il mio primo film l’ho fatto a 18 anni, e da allora pian piano all’attività di modella ho affiancato quella di attrice, cercando sempre di fare qualcosa che mi permettesse di incamerare esperienze. Già l’anno scorso Fabio mi aveva invitata al Festival, ma non c’era il tempo di fare le cose per bene, non avevo tutti questi giorni liberi, e ho preferito rinunciare».
Ha 35 anni e tre bambini (due con Stefano Accorsi, che ha lasciato lo scorso anno) e ora la sua battaglia è darsi un futuro da attrice e donna di spettacolo: a Sanremo, dove è rimasta sul palcoscenico per quasi mezz’ora, ha portato a proprie spese un entourage che comprendeva anche la coreografa personale. Ha evitato le ospitate tv, facendo arrabbiare qualcuno, e le interviste volanti: solo uno è riuscito a fermarla e a chiederle conto dei 150 mila euro che secondo lui la Rai le avrebbe versato. Lei si è fermata e gli ha detto solo: «È male informato».