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 2014  febbraio 19 Mercoledì calendario

SANREMO IL FESTIVAL È GRILLO: “RIPRENDIAMOCI LA RAI”


Sanremo Dobbiamo mettere un politometro, così i politici ci diranno come spendono i nostri soldi. Non un redditometro per vedere sempre come li spendiamo noi”. E a Sanremo via Matteotti esplode, dei flash dei fotografi, delle voci dei giornalisti schiacciati come sardine, delle urla di centinaia di persone. Chissà se erano grillini, ma lo sono diventati perché si sono trovati il leader davanti, lo hanno visto, toccato. Hanno postato un tweet con la sua foto.
COSÌ BEPPE GRILLO - accanto al figlio Rocco, un po’ orgoglioso, un po’ preoccupato - ha conquistato Sanremo all’urlo di “Riprendiamoci la Rai”. Portando al pascolo decine di giornalisti che trafelati rischiano l’infarto, pur di raccogliere le parole di Grillo che... li insulta. Mancava da vent’anni, da prima dell’esilio televisivo. Era andato via da comico sparando su Craxi e soci. É tornato da politico prendendo di mira tutti, da Renzi a Napolitano, passando per Berlusconi. Soprattutto lui, il Cavaliere. Come dire, altro che asse M5S-Forza Italia: “Berlusconi era stato mandato via a calci in culo dal Senato ed è entrato al Quirinale scortato dai corazzieri. Un uomo di 75 anni che parla con uno di 90 del futuro del Paese”. Poi Renzi, ovviamente: “De Benedetti manda avanti questo bambino, il vuoto voluto dalle banche. Tre giorni fa aveva detto di essere amico di Letta e adesso gli prende il posto”. Quindi Grillo fa una pausa, ritrova i tempi del comico: “Mentonoooooo”. E la Boldrini? “É andata in tv, ha detto che le avevano fatto la bua. Ci hanno dato degli stupratori, degli squadristi. E intanto lei ha usato la tagliola, per la prima volta nella storia della Repubblica. Intanto mettevano insieme la legge contro il femminicidio e la Tav, così eri costretto ad approvare tutto. Mettevano insieme l’eliminazione della rata Imu e un regalo da 7,5 miliardi alle banche. Ma noi che eravamo contrari all’Imu, non potevamo accettare in silenzio il regalo alle banche”. Ma il vero colpo da uomo di spettacolo, quale Grillo resta, è conquistare il palco nel giorno in cui i suoi avversari politici dominano quello romano. E dove? A Sanremo, l’unico posto dove ci sono più telecamere che a Roma. Di più: Grillo entra nell’Ariston, ovunque adornato da bandierine Rai. E sceglie come obiettivo della sua invettiva proprio la tv di Stato: “Responsabile della rovina del Paese”. A cominciare da Fazio, cui è legato da una reciproca e schietta antipatia. Del resto sarebbe difficile immaginare personaggi più diversi: “Fazio è un bravo ragazzo, moderato, semplice, amato dalle persone anziane”, spiega Grillo con carezze che sembrano scudisciate (Fazio replicherà durante il Tg1, senza nominare l’avversario). Lo zucchero finisce presto: “Fazio si prende 5,5 milioni l’anno, più 650 per Sanremo, poi altre 350mila per la cura dell’immagine. Che fanno un altro milione. Ma soprattutto Fazio ti offre un intero pacchetto: prendi lui e anche i suoi cinque amici programmisti da 50mila euro. Poi il suo regista da 100mila euro, l’ufficio stampa e via discorrendo”.
UNA BORDATA dopo l’altra. E si passa a Gubitosi: “Ha trovato 200 milioni di buco alla Rai e adesso sono 400. Così bravo che vedrete, sarà promosso all’Enel o chissà che altro”. Botte da orbi alla Rai: “Biagio Agnes il giorno prima di lasciare il posto da direttore nominò cento vice-direttori. Quelli che restano”. Ancora: “Alla Rai ci sono 13mila dipendenti e oltre 500 dirigenti: uno ogni venti dipendenti! Alla Rai si spendono 1,7 miliardi per i programmi, ma poi si danno 1,4 miliardi di appalti esterni. A società di amici. Di figli. Mentre i lavoratori Rai sono avviliti, sottoutilizzati. Mentre i telegiornali sono lasciati in mano ai partiti”. Lampi del giovane Grillo, quello magro e sottile che veniva a Sanremo a sparare sui socialisti di Craxi: “Ma vi rendete conto?”. Poi il nuovo Grillo-politico: “Vergogna. “Dovete rovesciare la prospettiva come il castello di Calvino. Dovete guardare il mondo alla rovescia: la Rai non è mia, tua, di mia sorella. Deve essere di tutti”. Poi quelle richieste di “acqua, acqua”, per drammatizzare la scena. “Sta male, sta male”, urla qualcuno dalla piazza. Infine l’affondo: “Voi - puntando il dito verso i giornalisti - ci avete portato al settantesimo posto nella classiffica per la libertà di stampa. Voi e i vostri tg dominati dai partiti”. Trenta minuti, a conquistare Sanremo succhiando pubblico al Festival Rai. Ma anche portando pubblico a Fazio. Paradossi e controparadadossi. Ma adesso dentro, fila 17. Per vedere se chissà, le telecamere Rai lo inquadreranno.