Giuseppe Guastella, Corriere della Sera 19/2/ 2014, 19 febbraio 2014
BERLUSCONI E VERONICA TORNANO SINGLE C’È IL DIVORZIO, RESTA IL NODO ECONOMICO
MILANO — Ora può sposarsi per la terza volta Silvio Berlusconi, se vuole. Potrà convolare a nuove nozze anche Veronica Lario, eventualmente le seconde per lei. Il loro matrimonio è rotto. Dopo tre figli, 22 anni di unione e oltre quattro di separazione sono ufficialmente divorziati.
A mettere il timbro sul divorzio è stato il presidente del Tribunale di Monza, Anna Maria Di Oreste, che ha depositato la sentenza ieri mattina, a tre settimane dall’udienza nella quale il 28 gennaio si era riservata la decisione. Si tratta, però, di una sentenza «parziale» perché, come consente la legge, saranno definiti successivamente i termini economici del divorzio, cioè quanto e come il coniuge più ricco, ovviamente il miliardario Silvio Berlusconi, dovrà versare a quello più «povero», la signora Veronica Lario. Sono aspetti per nulla trascurabili, data la dimensione delle cifre in ballo, sui quali i legali degli ex coniugi sono impegnati da fronti contrapposti e, pare, ancora molto distanti. Secondo alcune indiscrezioni, l’ex premier e la signora Lario sarebbero d’accordo a chiudere su una somma complessiva da versare in un’unica soluzione e non attraverso un assegno mensile. Il problema, ovviamente, è su quanto grande debba essere questa «buonuscita».
Dopo la separazione consensuale, Miriam Bartolini (Veronica Lario è il nome d’arte che usava da attrice) avviò la causa, appunto, di separazione a Milano perché allora il «convenuto» Berlusconi risiedeva nel territorio di competenza del tribunale del capoluogo lombardo. I giudici decisero che Berlusconi doveva versare a Veronica Lario tre milioni di euro al mese, o se si vuole centomila euro al giorno. Una cifra enorme (il Cavaliere ha comunque fatto appello chiedendo una riduzione) che, come prevede la legge, doveva garantire alla moglie separata di mantenere lo stesso tenore di vita di cui aveva goduto durante il matrimonio. Inoltre, doveva consentirle di affrontare senza problemi le enormi spese che comportava la gestione della villa di Macherio in cui risiedeva, una magione principesca che vale intorno ai 78 milioni di euro, con 70 stanze e un parco sterminato .
La causa di divorzio, che può partire dopo i tre anni della separazione, è stata invece avviata da Silvio Berlusconi a Monza, perché lì risiedeva Veronica Lario, il cui tribunale nell’esatte 2013 ha subito più che dimezzato l’assegno mensile portandola da tre a «solo» 1,4 milioni di euro. Un taglio netto, contro il quale la Lario ha presentato appello, avvenuto principalmente per due motivi. Il primo è che dopo il divorzio non deve essere garantito lo stesso tenore di vita di cui il coniuge più «svantaggiato» aveva nel matrimonio, ma ciò che conta principalmente è il contributo che ciascuno dei coniugi ha dato alla formazione del patrimonio familiare. In questo caso evidentemente la signora ha portato a casa molto meno del Cavaliere, il quale ha visto crescere ulteriormente la sua già smisurata fortuna personale. Il secondo motivo di ridimensionamento è legato al fatto che nel frattempo Veronica Lario ha restituito a Berlusconi la villa di Macherio, che tra l’altro ora è stata anche chiusa.
Le trattative tra i due team legali ruoterebbero sul come parametrare la somma da liquidare in un’unica soluzione. A seconda di come lo si fa, ovviamente, il conto può portare a cifre notevolmente diverse. Partendo presumibilmente dalla base già fissata dal Tribunale di Monza, i legali di Berlusconi vorrebbero moltiplicare il milione e 400 mila al mese per gli anni di aspettativa di vita prevista per un uomo di oltre 77 anni (Berlusconi è nato il 29 settembre 1936), quelli della Lario per l’aspettativa di vita della signora, che di anni ne ha 20 di meno (è nata il 19 luglio 1956). Lo scarto è qualcosa intorno ai 300 milioni di euro in più o in meno.