Claudia Osmetti, Libero 19/2/ 2014, 19 febbraio 2014
IL PAESE DOVE NASCONO TUTTI PRETI
È un paese per preti. Parliamo di Semogo, piccolo borgo in provincia di Sondrio, 1500 anime, una pizzeria, un negozio di alimentari, una manciata di bar e soprattutto una parrocchia. La più prolifera d’Italia, per la precisione. Già, perché qui le vocazioni sono da record: cinquanta sacerdoti ordinati in un secolo per una media di uno ogni due anni. Numeri significativi, specie se si pensa che nel primo decennio del 2000 sono state ordinate in tutt’Italia solo 4.500 persone.
E una rapida ricerca on-line conferma questa inconsueta propensione del piccolo borgo valtellinese verso l’abito talare. Infatti, le prime immagini che compaiono cercando Semogo su google sono, nell’ordine: la chiesa, una cerimonia con il parroco circondato dagli alpini, alcune vedute delle montagne circostanti e neanche a dirlo fotografie di preti.
Così se al piccolo cimitero del paese sono sepolti ben otto religiosi (tra originari del borgo ed ex parroci), da quelle parti circola un detto che lascia poco spazio ai dubbi: «Semogo, paese di Leviti». Il riferimento è ai sacerdoti di origini ebraiche che avevano il compito di custodire il Tempio e il tabernacolo e che vengono descritti come «gli eredi di Dio».
Il picco massimo delle vocazioni lì si è toccato nel 1964, anno nel quale sono stati ordinati ben tre nuovi sacerdoti. Negli anni lo spirito della comunità è cambiato di poco. A Semogo, infatti, c’è un gruppo oratoriale molto forte che richiama l’intero vicariato della zona: «Veglie di preghiera o incontri di educazione si tengono spesso a Semogo, dove la realtà della parrocchia è molto sentita», racconta Paolo, un ragazzo del luogo.
Non tutti i preti di Semogo, però, si sono fermati in Valtellina. Certo, alcuni sono rimasti in diocesi (che è quella di Como) per svolgere il servizio sacerdotale al quale si sentivano chiamati, altri hanno scelto ordini diversi e a oggi fanno i missionari in altre parti del mondo. «Spesso i nostri ragazzi tornano a casa per brevi periodi» spiega il parroco del paese valtellinese, «ma poi ripartono: oramai la loro vita è altrove ».
L’età nella quale si decide di prendere i voti varia ovviamente da caso a caso ed è impossibile fare una statistica precisa, insomma la vocazione quando arriva arriva. «Ultimamente le cose sono un po’ cambiate» ammette il religioso che gestisce la parrocchia di Sant’Abbondio a Valdidetro, «anche se la nostra rimane una buona chiesa, specie in termini di partecipazione. Cominciamo a seguire i ragazzi col catechismo dalle scuole elementari e li portiamo fino alla terza media. E poi organizziamo incontri, gruppi di preghiera e altre iniziative per i nostri ragazzi e anche per gli adulti».
Una piccola curiosità riguarda il fatto che Semogo ha dato i natali anche a un nutrito numero di suore. Certo, il numero delle religiose non è così impressionante come quello dei colleghi maschi, ma comunque significativo per il piccolo paese alle porte di Bormio.
Ma forse tutta quella vocazione proprio un caso non è. Negli anni Cinquanta a Trepalle, un paesino vicino a Semogo, il parroco era don Alessandro Parenti: uomo dalla forte personalità e dalla poca inclinazione a lasciar correre le cose. Pare che, trascorrendo le vacanze estive in Valtellina, Giovannino Guareschi ne rimase affascinato al punto da ispirarsi a lui per la figura di don Camillo. Insomma, anche il prete più famoso del cinema italiano è nato da quelle parti.