Francesco Borgonovo, Libero 19/2/ 2014, 19 febbraio 2014
NUOVO AMORE
Una grande sala con luci soffuse, un violino appassionato in sottofondo. Matteo Renzi e Aldo Cazzullo che danzano avvinti in un abbraccio caldo, l’uno con un braccio stretto attorno alla vita dell’altro, le guance che si sfiorano. Se in questo mondo arido si desse ancora un po’di importanza all’amore, questa dovrebbe essere la giusta conclusione della serie di articoli che la firma di punta del Corriere della Sera ha dedicato nei giorni scorsi al rottamatore. Pezzi giornalistici che segnano la nuova frontiera dell’agiografia; ritratti che rientrano a buon diritto nel campo del corteggiamento.
Pare che Renzi, ieri, abbia aperto il Corriere e ci abbia trovato dentro un anello di fidanzamento. Il peana a firma Adulazione Cazzullo, con evidente richiamo in prima pagina, aveva un incipit polifonico, da romanzo di De Roberto. Ecco il coro dello staff renziano: «Matteo, dicono che non puoi andare in giro con la Giulietta a noleggio». Risposta di Renzi: «E perché no?». «Perché ormai sei il presidente del Consiglio incaricato e ti devono scortare». Ancora Renzi: «No, guardate, a me la scorta non mi garba, non la voglio, grazie. La mia scorta è la gente».Nemmeno Martin Luther King sarebbe stato capace di tanto. Che modestia, che classe, che dedizione alla causa. Il tutto ben sintetizzato nel titolo: «Voglio restare me stesso, chi mi protegge è la gente». Nel racconto di Cazzullo, ogni passo di Renzi è degno di una citazione evangelica. Prendiamo l’arrivo trionfale alla Stazione Termini (perché Matteo, ci informa l’Aldorante cronista, si muoverà sempre su rotaie, forse per compiacere il possibile ministro Mauro Moretti di Trenitalia): «Lui evita i microfoni e si ferma a parlare con i passeggeri, con la sua solita tecnica: salutare per primo, sorridere». Stessa scena a Santa Maria Novella. Qui Matteo «saluta un agente in borghese con l’orecchino che conosce, si ferma a baciare sulla guancia una suora di colore». Pare che, camminando, abbia restituito la vista a un orbo e rimesso in piedi due storpi. Ma solo perché era stanco, altrimenti avrebbe come minimo moltiplicato pani e pesci al McDonald’s vicino alla Stazione. Ne sarebbe capace, cosa credete? Gli scettici vadano a rileggersi quanto vergato da Cazzullo sul Corriere di domenica. InnamorAldo, sempre di più. Scorrendo il pezzo apprendiamo che Matteo «nel Palazzo entra senza passare dal voto popolare. Ma la sua energia può imprimere uno scossone a un Paese sprofondato in crisi di fiducia».
Ed ecco il catalogo delle imprese dal Vangelo secondo Matteo: «Dopo un mese di prima elementare, la maestra, signora Persello, lo promuove: il bambino è sveglio, può passare in seconda ». Pensate, l’hanno promosso perché in prima elementare sapeva già scrivere correttamente il nome di Arnaldo Forlani. Nel 1994 viene eletto Berlusconi e il giovane Renzi, per non fargliela passare liscia, decide di colpirlo dove fa più male: nel portafogli. «In cinque puntate della Ruota della Fortuna con Mike Bongiorno, vince 48 milioni di lire». Il primo a invitarlo in una trasmissione tv importante è Corrado Formigli. Ed è lì, su Sky, che «gli spettatori scoprono un ragazzo che non parla come un politico, ma come uno di loro ». Infine, la trasformazione definitiva del leader: «Taglia il ciuffo. Dimagrisce mangiando banane e iniziando a correre. (…) Una città abituata a perpetrare le sue gerarchie si riconosce nel giovanotto venuto dal contado». Quello della provenienza agreste di Renzi è un tema particolarmente caro a Cazzullo, che anche ieri ha fatto dire al suo prediletto: «Non posso e non voglio passare dalla bicicletta all’auto blu. I son di Rignano! ».
La storia della dieta a base di banane, invece, viene da un altro agiografo dell’ultim’ora, Michele Brambilla della Stampa, che nei giorni scorsi ci ha regalato perle come queste: «Se guardate le foto del Matteo di qualche anno fa, vedrete un giovanotto paffutello. Adesso è un figurino. Va a correre. Fa le maratone. E sul camper, quando siamo stati in compagnia con lui, abbiamo scoperto che si nutriva solo di banane. Potassio». Figurati se si fosse nutrito di stronzio. «Ovunque andava Renzi radunava le folle che pareva un messia. L’abbiamo visto pronunciare discorsi della montagna e quasi moltiplicare pani e pesci in paesi ultra leghisti della Bergamasca e a Trani, nell’Emilia rossa e a Campobasso», ha scritto ancora Brambilla, in piena crisi mistica. Dicono che Renzi gli sia apparso in sogno e l’abbia convinto a costruire una gigantesca arca.
Nell’arte della sviolinatura, va detto, si impegna anche il sito del Corriere, che nei giorni scorsi ha pubblicato in bella vista una galleria di 47 foto col titolo: «Renzi, ecco come si muove il sindaco: dal taxi alla bici, dal treno alla Giulietta». Dopo la Renzi-mobile mancava giusto il Renzi-cottero, che si accende con una chiave tenuta da Matteo nella sua Renzi-cintura. Vai con la sigla: «È l’Uomo-Renzi, che lotta contro il male…». Ma il nostro preferito rimane Cazzullo. Quando vede un presidente del Consiglio o aspirante tale, egli va in brodo di giuggiole, s’innamora proprio. A Euronews ha detto che Monti e Letta «sono stati degli ottimi premier», ma con Matteo non c’è proprio storia. Da romantici quali siamo, ci commuoviamo di fronte a queste passioni smisurate. Speriamo solo che Aldo stia attento a non farsi coinvolgere troppo. Dovrebbe ricordarsi com’è finita con Bersani. Pochi giorni dopo la vittoria di Pier alle primarie del 2012, Cazzullo scrisse sul Corriere: «La maggioranza dei politici, vista da vicino, è peggiore di come appare: superficiale, opportunista, disinteressata al prossimo ma non a quello che può ricavarne. C’è poi una minoranza che è migliore di come viene presentata. A questa minoranza appartiene Pier Luigi Bersani ». Anche allora il sentimento eravero e potente. Ma si sa com’è l’amore: oggi c’è, poi domani perdi un’elezione e subito scompare.