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 2014  febbraio 18 Martedì calendario

PESENTI LASCIA IL CDA DI RCS «NON C’È COESIONE FRA I SOCI»


Brutta storia se in quella che una volta era l’Italia dei salotti finanziati, dove era d’uopo mettere la sordina anche ai fatti più clamorosi, un illustre consigliere d’amministrazione se ne va sbattendo la porta e premurandosi che il rumore si senta ben bene all’esterno. Brutta storia anche perché capita in Rcs Mediagroup, società editrice del Corriere della Sera, dove la fragorosa uscita di scena di Carlo Pesenti non è che l’ennesimo capitolo di una lunga guerra di posizione fra i vari ed illustri soci. Guerra che non ci risparmia nemmeno gli insulti personali, come testimonia la recentissima querelle fra due dei principali azionisti, Diego Della Valle e John Elkann, i cui eccessi potrebbero prestarsi ad ironie e sorrisi, se non fosse che avvengono all’interno di un gruppo stretto fra la crisi generale dell’editoria e quella interna dei conti.
«Rcs comunica di avere ricevuto lo scorso 14 febbraio le dimissioni, con decorrenza immediata, del consigliere Carlo Pesenti, amministratore non esecutivo e membro del Comitato per la remunerazione e le nomine»: inizia così la nota diffusa ieri dalla società, che prosegue con la formula di rito che accompagna eventi del genere: «La decisione del consigliere è dovuta ai numerosi e crescenti impegni nel gruppo Italmobiliare, che gli impediscono di seguire la società con la dovuta continuità». Senonché, nel capoverso successivo, emerge la cruda verità: «Il consigliere Pesenti riferisce, inoltre, che sulla decisione hanno pesato anche la mancanza di coesione in Consiglio e tra azionisti rispetto all’attività della società, nonché alcune scelte industriali e strategiche che non ha appieno condiviso. La società – si conclude la nota – ringrazia Carlo Pesenti per l’impegno profuso e le attività svolte dal 2000 a oggi». Facile capire come l’imprenditore, che è anche un importante azionista di Rcs con la quota vicina al 4% detenuta dalla sua Italmobiliare, abbia preteso che nel comunicato con la notizia delle sue dimissioni ne venissero spiegate, per quanto pesanti, le reali ragioni.

MANCATO COINVOLGIMENTO
A ben vedere, Pesenti ha comunque evitato di scendere nel dettaglio anche se le vere motivazioni sono poi circolate negli ambienti finanziari milanesi. Carlo Pesenti, figlio di Gianpiero a lungo azionista del Corriere della Sera e già presidente del patto di sindacato tra gli azionisti, ha detto basta soprattutto a causa del suo mancato coinvolgimento nei processi decisionali in un momento così delicato per la vita di Rcs. Tra i casi di contrasto anche il recente acquisto di una società di prenotazioni partecipata da Andrea Agnelli, cugino di John Elkann.
Di certo, se il patron di Italcementi coltivava ancora un dubbio sulla permanenza nel cda di Rcs, a scioglierlo c’è stata la citata polemica a distanza fra John Elkann e Diego Della Valle, con tanto di insulti al presidente della Fiat dopo che quest’ultimo aveva parlato dei giovani italiani «che non trovano lavoro perché preferiscono rimanere a casa». Lo stesso Elkann che ieri ha fatto marcia indietro: «Sono rammaricato, in realtà volevo essere da sprone ai giovani».
Una vicenda su cui ieri è tornato un altro noto rappresentante dell’industria italiana. «Credo che fra Della Valle e John Elkann – ha dichiarato Guido Barilla –, che si accusano l’un l’altro di essere “un piccolo imprenditore” o uno che “non ha mai lavorato”, ci sia dell’altro». Una premessa seguita da una netta scelta di campo. «Penso – ha proseguito Barilla, intervenuto alla trasmissione “Mix24” di Giovanni Minoli – che il percorso che Della Valle ha fatto con la sua azienda in Italia sia un percorso straordinario che vede ogni giorno un impegno e la sottoscrizione all’impegno. Io sto più dalla parte di Della Valle. Perché noi siamo come Della Valle in realtà. La Fiat ha usato Confindustria e poi l’ha lasciata quando non le serviva più».