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 2014  febbraio 18 Martedì calendario

È VERO CHE GLI OGM SONO IN AUMENTO?


Il report annuale sulle coltivazioni di Ogm nel mondo, redatto dall’ International service for the acquisition of agri-biotech applications (Isaa), evidenzia un aumento del 3% delle superfici utilizzate nel 2013 per la coltivazione di organismi geneticamente modificati. Quanto è sorprendente questo dato?
La crescita - costante dal 1996 a oggi - può sembrare modesta, ma corrisponde a un aumento di oltre 5 milioni di ettari rispetto all’anno precedente. Nel 2013 sono stati 175,2 milioni gli ettari di suolo destinati alle coltivazioni Ogm. La superficie globale di suolo dedicata è aumentata di oltre 100 volte: nel 1996 erano solo 1,7 milioni gli ettari destinati alle colture biotech.
Quanti Paesi nel mondo coltivano organismi geneticamente modificati?
Sono all’incirca 30, anche se nel report si citano con certezza «i 27 Paesi che hanno piantato colture biotecnologiche nel 2013». Le colture Ogm si concentrano principalmente negli Usa (70,1 milioni di ettari), dove le biotecnologie risultano applicate a quasi il 90% delle colture. Seguono il Brasile (37 milioni), l’Argentina (24,4 milioni) e il Canada (11 milioni). L’ultimo report ha evidenziato un crescente coinvolgimento della Cina (4,2 milioni di ettari) e di diversi Paesi in via di sviluppo: come il Sud Africa (2,9 milioni), le Filippine (0,8 milioni), il Burkina Faso (0,5 milioni) e il Myanmar (0,3 milioni). Nel 2014 la messa in commercio di organismi geneticamente modificati dovrebbe riguardare anche il Bangladesh, l’Indonesia e Panama.
Qual è la quota di superficie destinata alle coltivazioni biotecnologiche in Europa?
La superficie coltivata nell’Ue è modesta: 148mila gli ettari nel 2013. Un dato che segna comunque un aumento del 15% rispetto all’anno precedente. Sono cinque gli Stati dell’Ue ad aver dato l’ok alle colture Ogm: la Spagna copre oltre il 90%, seguita da Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania.
Quali sono le principali novità che emergono dall’ultimo rapporto dell’Isaa?
La realizzazione di due nuove colture resistenti alla siccità. Poco meno di 2mila agricoltori statunitensi hanno piantato su 50mila ettari di terreno il primo mais resistente alla siccità. In Indonesia, nel quarto Stato più popoloso al mondo, è stata approvata per la prima volta la coltivazione della canna da zucchero in grado di crescere senza acqua.
Quali sono le coltivazioni che maggiormente usufruiscono dell’applicazione delle biotecnologie?
I prodotti Ogm sono principalmente mais, soia, cotone, barbabietola da zucchero, papaya, zucchine e pomodori.
Cos’è un organismo geneticamente modificato?
È un organismo in cui il Dna - l’acido nucleico a doppia catena contenuto nel nucleo di tutte le cellule - viene modificato, tramite operazioni di ingegneria genetica, con l’innesto di porzioni di Dna prelevate da un altro organismo. Lo scopo è creare esseri viventi non presenti in natura e non ottenibili tramite incroci. L’incrocio all’interno della stessa specie è ciò che viene definita la selezione genetica classica. L’ingegneria genetica moderna ha permesso di trapiantare geni direttamente da una specie all’altra, accorciando così i tempi per raggiungere l’obiettivo.
Perché gli Ogm vengono utilizzati in ambito agroalimentare?
Le applicazioni hanno permesso di produrre piante resistenti agli insetti o ad alcuni erbicidi. Le biotecnologie possono essere applicate per diversi obiettivi: permettere alle colture di adattarsi a condizioni climatiche estreme; manipolare piante o animali in modo dar far loro produrre sostanze terapeutiche; accelerare la crescita di alcuni organismi; modificare le proprietà nutritive di alcuni alimenti.
Qual è la posizione dell’Italia in merito agli Ogm?
L’ultimo stop all’avvio di coltivazioni Ogm risale a luglio. Furono i ministri De Girolamo (Agricoltura), Lorenzin (Salute) e Orlando (Ambiente) a vietare, a mezzo decreto, la coltivazione del mais Mon810. Una scelta che sta esponendo il governo al rischio di trovarsi di fronte a una procedura di infrazione della Commissione Europea. Motivo? «La messa in coltura di organismi geneticamente modificati non può essere assoggettata a una procedura nazionale di autorizzazione quando l’impiego e la commercializzazione sono autorizzati dalla Comunità Europea». La posizione italiana è da sempre sostenuta da Coldiretti e Slow Food, convinte che la tutela del Made in Italy passi dal divieto di fronte alle richieste di introduzione di colture biotecnologiche. È bene sapere, però, che l’Italia non è un Paese «Ogm free». La gran parte dei mangimi utilizzati negli allevamenti italiani è prodotta da soia e mais geneticamente modificati importati da Usa, Canada e America Latina.
Twitter @fabioditodaro