Serena Sartini, il Giornale 18/2/2014, 18 febbraio 2014
IL VESCOVO CAREGGIO STRONCA LA KERMESSE
Non canterà Gay Messiah ma la partecipazione di Rufus Wainwright come ospite al Festival di Sanremo continua a destare malumori nel mondo cattolico. Il vescovo di Sanremo-Ventimiglia, monsignor Alberto Maria Careggio, si dice «sdegnato » per la scelta della Rai di invitare il cantante, noto per i caratteri blasfemi dei suoi testi. «Sicuramente il Festival di Sanremo è un fatto di costume che ha una storia lunga. Lo ricordo com’era, non lo riconosco più com’è oggi - afferma il vescovo al Giornale - . Certamente, col tempo si è snaturato, tanto da essere oggi più uno spettacolo di varietà che una kermesse della canzone italiana. La spregiudicatezza, ormai presente da alcuni anni, è come il coniglio che il prestigiatore tiene nascosto come una sorpresa, per farsi dire che è bravo. Se l’illusionista diverte,il libertinaggio sconcerta e non è prova di maturità». Ieri, nello stesso orario in cui nella città dei Fiori si svolgeva la conferenza stampa di presentazione del Festival, un gruppo di Papaboys si è riunito davanti alla sede della Rai per protestare. «I ciurmatori sono ormai dappertutto- prosegue il vescovo- e stupisce che possano avere il palco come loro amplificatore, peraltro ben retribuiti con denaro pubblico. Dire che viviamo in una società sibarita e orgiastica è fare un elogio all’italiano? È proprio tutta così l’Italia che la tv di stato vuole esportare? ».