Aldo Grasso, Corriere della Sera 18/2/2014, 18 febbraio 2014
DIVERTIMENTO SICURO CON LE TECHE RAI
Giusto per entrare nel clima del Festival, Rai3 ha riproposto una puntata di «La Superstoria» dedicata a Sanremo: «Dizionario personale di un Santo» (Domenica, ore 20.18). Il glossario partiva dalla lettera A (Amore con le canzoni Laura Pausini e di Giorgia, «amore che a Sanremo è sinonimo di sfiga») e terminava con la V di Vincitori morali (Vasco, Fiorello, Rino Gaetano). In realtà la rievocazione terminava con un accenno alla morte di Tenco, con un pezzo molto moralistico.
Il «Dizionario» era una replica ma, al di là di eventi clamorosi, potrebbe tranquillamente essere riproposto anche il prossimo anno, in sæcula sæculorum . Tanto vivrà sempre il ricordo di Pippo Baudo, la sala stampa continuerà a celebrare il suo momento di gloria («grandissimo esercizio di tiro a casaccio» dice la voce fuori campo), i Jalisse resteranno per sempre un mistero (ma che c’entra Pasolini?), l’operaismo di Adriano Celentano continuerà a fare scuola, Paola e Chiara non riusciranno mai a superare le gemelle Nete...
Ancora una volta le Teche Rai dimostrano la loro forza evocativa: è come mettere le mani in un baule di meraviglie e giocare a qualsiasi gioco. Il divertimento è assicurato. «La Superstoria» è un «Blob» con spiegazione, con commento d’autore.
Il gioco di Andrea Salerno è quello di sporcarsi le mani con il pop ma, nello stesso tempo, dimostrare di avere gli strumenti per pulirsi le mani. La puntata era piena di ammiccamenti («il manuale Soncini-Freud»), di citazioni per esibire la propria biblioteca (con l’immancabile e l’inutile, ripeto, citazione pasoliniana), di intellettualismi buoni per i social («gli anni di piombo e gli anni di play back»), impaginati con molta eleganza da Igor Skofic. L’ironia incapace di ridere di se stessa deve dubitare della propria autenticità; però le Teche ci salvano tutti, sono la nostra redenzione.