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 2014  febbraio 18 Martedì calendario

Le dimissioni a sorpresa dal cda di Rcs Mediagroup (motivate da questioni di lavoro e divergenza sulla gestione del business), di Carlo Pesenti, ultimo dei rappresentanti diretti degli azionisti nel board del gruppo editoriale, dimostra come in seno alla società stia montando la bagarre

Le dimissioni a sorpresa dal cda di Rcs Mediagroup (motivate da questioni di lavoro e divergenza sulla gestione del business), di Carlo Pesenti, ultimo dei rappresentanti diretti degli azionisti nel board del gruppo editoriale, dimostra come in seno alla società stia montando la bagarre. E, ancor di più, come in vista dell’assemblea del 29 aprile per l’approvazione del bilancio, il livello di scontro possa portare a una vera e propria guerra. Anche perché da tempo Diego Della Valle (che ha l’8,995%) ha annunciato un’azione di responsabilità nei confronti del board e del top management, in particolare dell’ad Pietro Scott Jovane (scelto su imprinting di Fiat, che ha il 20,55%) su tre temi: le condizioni dell’aumento da 400 milioni del luglio scorso, la vendita degli immobili di Milano e l’integrazione della pubblicità Stampa-Corriere della Sera. carlo pesenticarlo pesenti E dopo i recenti battibecchi tra mr Tod’s e il presidente di Fiat, John Elkann, gli schieramenti sembrano sempre più chiari. Da un lato il gruppo automobilistico torinese che vorrebbe contare sempre di più per volere del suo presidente. Dall’altro, la fronda capitanata da Della Valle che, senza aver avuto un appoggio formale, può contare sulla condivisione di pensiero (in opposizione a Jovane) dei Pesenti (3,824%), della Pandette (3,37%) della famiglia Rotelli e di Urbano Cairo (2,845%), quest’ultimo interessato a muovere sul fronte editoriale magari rilevando alcuni periodici della stessa Rcs (Oggi e Amica). urbano cairourbano cairo Anche se da patron del Torino Calcio deve sempre stare attento alle dinamiche politiche del capoluogo piemontese, per avere il via libera alla costruzione del nuovo stadio granata di proprietà. Insomma, si tratterebbe di un fronte compatto, seppure non vincolato da patti, del 19,03%. Una soglia assai vicina a quella di Fiat (20,55%). E che potrebbe lievitare ancora se Pandette eserciterà la call su quello 0,91% del quale da ieri vuole liberarsi il Banco Popolare in relazione agli accordi degli anni scorsi. GIUSEPPE ROTELLIGIUSEPPE ROTELLI Solo che su questo tema, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, la definizione della transazione non sarà immediata. Perché la famiglia Rotelli non concorderebbe sul valore attributo alla mini-partecipazione (113,9 milioni) dall’istituto guidato dall’ad Pier Francesco Saviotti. E su questo punto potrebbe aprirsi un confronto serrato tra le parti, che potrebbe sfociare in un lungo arbitrato. Del resto per Pandette quella quota frazionale, che comunque la riporterebbe al 4,28%, vale poco più di 6 milioni a fronte di un valore di mercato attuale di 8,4 milioni. E in questo riposizionamento sullo scacchiere non va trascurata la posizione di Giovanni Bazoli, presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo (6,5%), contrario alla vendita degli immobili di via Solferino e via San Marco e fiero oppositore, si dice, dell’integrazione Stampa-CorSera studiata da Elkann. ANDREA AGNELLI MARCHIONNE ELKANNANDREA AGNELLI MARCHIONNE ELKANN Intanto, la Consob è pronta a tornare a occuparsi del caso Rcs Mediagroup. Questa volta, secondo quanto riferito da milanofinanza.it, ci sarebbe la gestione dell’operazione Hotelyo, ovvero la piattaforma di e-commerce dedicata ai viaggi d’alta gamma, che da fine gennaio è entrata nel perimetro del gruppo guidato dall’ad Jovane. Rcs, infatti, nell’ambito del progetto di potenziamento del portale DoveClub, lo scorso 29 gennaio aveva annunciato l’acquisto del 51% del capitale di Hotelyo dal gruppo BravoFly Rumbo, big svizzero di viaggi e prenotazioni online partecipato dall’agosto 2013 da una delle finanziarie (Bravo Invest) che fanno capo indirettamente alla holding Lamse di Andrea Agnelli, membro di spicco della famiglia piemontese che controlla la Fiat (ricordiamo, primo socio di Rcs con il 20,55%). andrea agnelli foto mezzelani gmtandrea agnelli foto mezzelani gmt Lo stesso Agnelli, tra l’altro, siede nel cda del gruppo automobilistico ed è azionista dell’accomandita di famiglia. E come si apprende da fonti di mercato, c’è un’altra operazione che rischia di finire al vaglio di Consob: è quella definita il 27 gennaio relativa all’acquisto (per 293 mila euro) del ramo d’azienda di Neomobile Gaming da parte della newco Rcs Gaming per lo sviluppo del progetto Gazzabet, il sito di scommesse della Gazzetta dello Sport che ha già portato ad alcuni giorni di sciopero della redazione. Anche in questo caso, infatti, Andrea Agnelli, con la Lamse, è socio del gruppo romano Neomobile attraverso il veicolo lussemburghese Bluegem Capital, del quale è anche membro dell’advisory board. In questo caso il legame è anche più stretto perché Agnelli è presidente della Juventus e consigliere della controllante Exor. Gli ispettori della Commissione presieduta da Giuseppe Vegas starebbero valutando se lo shopping di Rcs possa configurarsi come un caso per il quale applicare la disciplina delle operazioni con parti correlate.