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 2014  febbraio 18 Martedì calendario

LA CRISI DEL CACAO

Secondo il Wall Street Journal il prezzo del cioccolato non smetterà di aumentare nei prossimi anni, dato che la domanda è in forte aumento «soprattutto nei mercati emergenti, dove i consumatori diventano sempre più ricchi» e che «gli agricoltori di tutto il mondo stanno lottando per produrre abbastanza cacao perché il cioccolato continui a essere prodotto».
L’anno scorso, in tutto il mondo, si sono consumate più di quattro milioni di tonnellate di cacao, una cifra che finora non era mai stata raggiunta e che rappresenta il 32 per cento in più rispetto al consumo di 10 anni fa. La crescita è particolarmente forte nei mercati emergenti. In Cina, per esempio, è previsto un aumento della domanda di cacao del 5 per cento all’anno fino al 2018. Il prezzo del cacao è aumentato del 9 per cento quest’anno e l’Organizzazione internazionale del cacao (che monitora il mercato dal 1960) prevede che la domanda supererà la produzione per i prossimi cinque anni.
Il cacao viene coltivato in piccoli appezzamenti di terreno e per lo più nei paesi poveri dell’Africa occidentale. Nel 2012 il Guardian ha pubblicato una mappa sul commercio globale di cacao, dalla quale si vede che i principali esportatori sono la Costa d’Avorio e il Ghana, poi l’Indonesia, la Nigeria, il Camerun, il Brasile e l’Ecuador. I maggiori importatori di cacao sono invece i Paesi Bassi (720 mila tonnellate tra il 2010 e il 2011), gli Stati Uniti (450 mila tonnellate), la Germania, la Malesia, il Belgio.
L’albero del cacao (Theobroma cacao) cresce nelle zone umide e calde della fascia equatoriale, sotto l’ombra protettiva di altre piante ad alto fusto. Gli alberi iniziano a produrre frutti dopo cinque o sei anni di vita e per soli 25 anni, passati i quali è necessario sostituirli con piante più giovani. La produzione è dunque piuttosto complicata e non molto redditizia, motivo per cui diversi agricoltori stanno passando gradualmente a colture economicamente più vantaggiose, come l’olio di palma.
Per far fronte rapidamente alla carenza di cacao, non si può dunque pensare di aumentare le superfici delle coltivazioni, cosa che vale invece per la produzione – più semplice e veloce – del mais. Diverse società che acquistano cacao per i loro prodotti, come per esempio la Nestlé, hanno finanziato direttamente lo sviluppo di nuove varietà di piante di cacao, assumendo degli agronomi per insegnare ai piccoli agricoltori delle tecniche di coltivazione più avanzate: «La triste verità è che questo non ha fatto la differenza», ha detto al Wall Street Journal Barry Parkin, dirigente di Mars Incorporated, multinazionale statunitense del settore agroalimentare. D’altra parte un aumento dei prezzi potrebbe tradursi in un incentivo per gli agricoltori, ma non nel breve periodo.
Per tutti questi motivi, secondo il Wall Street Journal, i principali produttori di cioccolato come Nestlé o Mars Inc. si troveranno presto a dover fare delle scelte: aumentare a loro volta i prezzi, ridurre le dimensioni delle loro barrette, cercare alternative al cacao o modificarne la qualità trasformandoli in “prodotti a base di cacao”.