Maria Laura Rodotà, Io Donna 15/2/2014, 15 febbraio 2014
JANET YELLEN: CHIAMATEMI “SEDIA”
Un po’, diciamolo, fa ridere. Una studia e lavora per 67 anni e a coronamento di una carriera pionieristica come economista ancor prima che come donna si attribuisce la carica di “sedia”. Ma così è andata per Janet Yellen, e probabilmente ha ragione lei. Yellen è diventata capo della Federal Reserve americana, insomma è la banchiera nazionale più importante che ci sia. È abituata a fare da apripista e a stringere i denti. Ai suoi tempi fu la prima-unica dottoranda in economia a Yale. Per buona parte della sua vita universitaria è stata vista come una “moglie di”, causa marito più estroverso, accademicamente più astuto e vabbe’, maschio.
La stanchezza sulle questioni di genere l’ha portata ora a tagliare la testa alla sua nuova
e ambita denominazione. Ha annunciato di non voler essere definita chairwoman, presidentessa, né chairperson, presidente in modalità neutra, che ormai è la soluzione
politicamente corretta di routine nel mondo anglosassone. Ispirata dal principio linguistico del minimo sforzo o forse stufa di decenni di ipocrisie e giri di parole, Yellen
ha detto “chiamatemi sedia” e adesso andrà così. Anche perché la signora è più sbrigativa che parolaia e ha sempre sostenuto “il mio lavoro deve parlare per me”.
Anche perché Barack Obama che l’ha nominata l’ha anche appena chiamata per errore “mister Yellen”. E allora, forse, alle elucubrazioni strazianti sulle definizioni e i generi dovrebbero applicarsi gli uomini, insieme a qualche amico psicanalista, magari.