Elisabetta Muritti, D Repubblica 15/2/2014, 15 febbraio 2014
GLI INFORMALI
Mark Zuckerberg in felpa e jeans. Sergio Marchionne in pull girocollo e barba approssimativa. Bill Gates in camicia così-così. Tim Cook in polo stropicciata. Pare siano stati il web e la globalizzazione a concedere ai maschi influenti il lusso di potersi vestire esattamente come pare a loro. Con un outsider d’eccellenza: quel Papa Francesco che appena salito al soglio ha rinunciato agli orpelli. Per tutti loro un trio di giovani professoresse dell’Harvard Business School (le italiane Francesca Gino e Silvia Bellezza, con l’israeliana Anat Keinan) hanno coniato la definizione di Red Sneaker Effect, l’effetto scarpa da ginnastica rossa. Ovvero: più potente e competente sei, più anticonformista può e deve essere il tuo look, non più segnale d’immaturità ma distintivo di censo ed eccellenza. Insomma, lasciare negli armadi l’abito da executive e la cravatta non comporta più quello che gli americani chiamano un “costo sociale”, semmai fa intendere che si è intellettualmente autonomi. Detto questo, la ricerca mette qualche pulce nell’orecchio. Prima di tutto la cosa varrebbe anche per le donne, ma forse sono più impreparate e meno pronte a infrangere i codici sottaciuti della leadership. A Harvard, sostengono le prof, oggi le sneaker rosse incutono più rispetto dei tacchi alti. E così si arriva al punto cruciale: più è prestigioso il posto di lavoro e più è selezionato il team, più il modo di vestirsi deve trasmettere originalità. Altrimenti vale la regola inversa: le persone formali e tradizionali rassicurerebbero gli ambienti professionali “complessati”, dove le bizzarrie non sono valutate come geniali. Ultima cosa. Le ricercatrici hanno intervistato alcuni commessi ultrasnob delle boutique di lusso milanesi. Ebbene anche la loro preferenza andava ai clienti in sneaker, solitamente con portafoglio gonfio e occhio lungo.