Armando Massarenti, Domenica, Il Sole 24 Ore 16/2/2014, 16 febbraio 2014
LA SAGGEZZA NEL CORTILE DEL RE
«L’imperatore – così si dice – ha inviato a te, al singolo, all’umilissimo suddito, alla minuscola ombra sperduta nel più remoto cantuccio di fronte al sole imperiale, proprio a te l’imperatore ha mandato un messaggio…». Come ben sa Franz Kafka, autore di Un messaggio dell’imperatore, un messaggio può anche essere spedito, consegnato alla pagina scritta o trasmesso dalla viva parola, ma chi può dire se alla fine saprà raggiungere la sua meta: incontrare (e convincere) il suo destinatario.
Nel caso della filosofia, rivoluzionare lo sguardo di chi riesce ad avvicinarsi e fare proprio il filosofico messaggio. Colpire il bersaglio. «Il messaggero s’è messo subito in cammino... Ma la moltitudine è enorme; le abitazioni non finiscono mai... bisognerebbe attraversare i cortili, e dopo i cortili il secondo palazzo che racchiude il primo; altre scale, altri cortili; e un altro palazzo, e così via per millenni ...».
La guida dei perplessi di Mosè Maimonide, la più importante opera del pensiero ebraico medioevale, scritta per un preciso destinatario – l’allievo di Maimonide, Yosef ben Yehudah, ansioso di conoscere i segreti della Legge che potevano essere disvelati dal suo maestro, i cosiddetti Sitre Torah – racchiude al suo interno una parabola poco conosciuta che è la più perfetta rappresentazione dei sentieri (spesso interrotti, a volte ciechi, quasi sempre stimolanti) che portano chi vuole scegliere la filosofia come stile di vita verso la meta sognata. Scrive Maimonide: «Inizio il discorso di questo capitolo con una metafora che ho inventato per te. Dico dunque che il re è nel suo castello e tutti i suoi sudditi sono alcuni in città e alcuni fuori». Di quelli che si trovano in città, alcuni voltano del tutto le spalle al palazzo del re.
Altri invece vogliono sì dirigersi verso il palazzo per comparire al suo cospetto, ma sono ancora così lontani che neppure sono in grado di scorgere le mura. Ma anche per coloro che sono riusciti a raggiungere l’ingresso della regale dimora, la situazione non è certo particolarmente rosea: chi può dire se riusciranno a trovare la maniera di farsi ricevere, in modo da vedere il re e ascoltare le sue parole, il suo prezioso messaggio? La chiave d’accesso al sapere più importante, che è poi per Maimonide quello racchiuso nei testi sacri, da interpretare però alla luce delle idee e delle scoperte degli antichi filosofi (o meglio del Filosofo per eccellenza, Aristotele), è non saltare nessuna tappa, per fretta o trascuratezza, del progressivo avvicinamento alla dimora del re. «Sappi, figlio mio che se hai compreso ciò che riguarda la fisica, tu sei entrato nella casa e cammini nelle anticamere; se poi tu hai perfezionato la conoscenza della fisica e hai compreso la metafisica, allora sei entrato dal re, «nel cortile interno», e ti trovi con lui nella stessa casa»: questo è il livello dei veri sapienti. La morale della parabola, agli occhi di chi sa, con Socrate, che la filosofia è continua ricerca, è chiara. Se pure il demone della filosofia, travestito da messaggero, fosse ancora molto lontano… «Tu, però», scriveva Kafka, «stai alla tua finestra e lo sogni, quando scende la sera».
Armando Massarenti