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 2014  febbraio 16 Domenica calendario

LA VITA (DIFFICILE) DELL’INVENTORE DI APP


Settemila sviluppatori provenienti da tutto il mondo, Italia compresa, trecento speaker e due giorni di workshop e conferenze per aiutare entrepreneur a sopravvivere nel magico mondo delle apps. È stato questo Apps World 2014 North America (apps-world.net). Un momento per fare il punto sulla difficile economia delle applicazioni mobili. Il momento non è dei più facili. Oggi che il mercato delle app è per lo più saturo, sviluppatori e start up in generale cercano di trovare nuove soluzioni per sopravvivere, conquistare nuove fette di mercato e soprattutto monetizzare le loro idee. Secondo uno studio condotto da Portio Reserach nel 2013 sono state lanciate più di 82 miliardi di apps, per un totale di 20,4 miliardi in revenue. Un fenomeno, sempre secondo la ricerca, in aumento che vedrà crescere i download fino a superare i 200 miliardi all’anno entro la fine del 2017, con ricavi pari a 63,5 miliardi dollari. Una dato interessante se si pensa che solo il 91% degli americani possiede uno smartphone, e di questo il 50% scarica 6-10 app a settimana (fonte Pew reserach center). Un’abitudine o mania resa possibile anche dal fatto che nel 2013 il 91% delle app disponibili sul mercato sono state gratuite e solo il 9% a pagamento. Quello del freemiun business app è una tendenza che va a vantaggio dei consumatori, ma a svantaggio dei developers. In base a un’analisi condotta da Vision Mobile (visionmobile.com), il 67% dei developers guadagna circa 500 dollari al mese per ogni app che costruisce. Come fare quindi per arricchirsi costruendo i propri sogni? Le Tech cronache testimoniano quotidianamente di come le start up con una buona idea, tecnologia e discrete capacità di networking siano state in grado di vendere la loro app a grandi compagnie, come Google, Facebook, Twitter, le altre invece sono costrette a dividersi fra meeting con venture capitalist e brainstorming per trovare soluzioni di guadagno concrete. Un’alternativa esplorata sembra essere quella delle "app-in purchase", una strategia di business che permette di scaricare la app gratuitamente e di acquistare contenuti a seconda delle esigenze. Una soluzione, però, che non piace molto ai consumatori. Ecco perché è stata inventata l’opzione "try-before-you buy purchasing" che permette agli utenti di scaricare gratis la preview di un gioco, per esempio, provarlo e poi decidere se acquistarlo o meno. Un’altra tendenza nel campo della monetizzazione che sta emergendo è quella di far leva sull’advertising network. «Oggi si parla molto di Native Advertising – spiega Stefano Sassu, general manager di Ask Partner Network –: una forma di advertising online per cui ogni singola pubblicità viene creata in sintonia con la pagina o i contenuti del sito sul quale è ospitata. Facebook e Twitter sono stati i precursori di questo nuovo trend e stanno in qualche modo definendo le regole del gioco per l’intero mercato».
Una tattica adottata pienamente da AirPush, mobile ad network che si è qualificata seconda nella classifica di «Forbes» per la sezione «aziende più promettenti 2014». L’azienda ha da poco acquisito Hubbl (hubbl.com), una start up presente anche all’Apps World, specializzata in native advertising. Sia che si parli di pubblicità sia che si parli di localizzazione e personalizzazione dei contenuti, uno dei dibattiti più caldi rimane sempre quello della privacy. Esistono, infatti, oggi una serie di start up, che stanno cercando di offrire soluzioni per proteggere, non solo i loro utenti, ma gli stessi sviluppatori. È il caso di Cryptanium (cryptanium.com), una start up che crea software di sicurezza per le app relativi a contenuti, dati sensibili del cliente-utente e codici che proteggono dal l’intrusione di hacker. Tale sistema non solo consente ai developers di conquistarsi la fiducia dei consumatori, ma garantisce loro la possibilità di sperimentare e provare le proprie creazioni in modo trasparente.
Quella del "testing" sembra, infatti, essere un altro business trend in via di sviluppo. Ubertesters (ubertesters.com), è una start up israeliana, che offre la possibilità di sperimentare la propria app prima del lancio, cosi come Global Step, (globalstep.com) più specifica per gaming app. La sensazione in generale è quella che in futuro vedremo la nascita di applicazioni che in qualche modo renderanno la vita più facile agli sviluppatori. «Questa – dice Matteo Daste, global counsel presso Squire Sanders, uno dei maggiori studi legali a San Francisco – è una tendenza che si svilupperà nell’immediato futuro. Si parla di verticalizzazione delle applicazioni, che vede la nascita di start up che offrono agli sviluppatori soluzioni pratiche come per esempio la creazione di codici». Come Snip2code (snip2code.com), una start up italiana appena entrata a far parte di Plug and Play (plugandplaytechcenter.com), accelerator spagnolo con sede nella Silicon Valley (hanno investito anche in Google), che offre un servizio che permette all’utente di cercare, condividere e raccogliere i frammenti di codice utilizzati ogni giorno nelle attività di sviluppo delle applicazioni software.
Le innovazioni proposte all’Apps World non riguardano solo il mondo del mobile ma anche quello di tablet e smart tv. Quella del cross-platform sarà un’altra tendenza futura. Lo stesso Tomer Cohen di LinkedIn ha sottolineato l’importanza oggi di non focalizzarsi esclusivamente sul mobile app. «Le migliori aziende – spiega – sono già passate a focalizzarsi su Os centric design». Il consiglio quindi è quello di aprire la mente e sviluppare un approccio anche platform oriented per essere sicuri di offrire la migliore esperienza agli utenti.