Marco Del Corona, La Lettura 17/2/2014, 17 febbraio 2014
KUNG FU, LA FINTA EMANCIPAZIONE FEMMINILE
Acrobazie per l’emancipazione. Che siano i film di kung fu lo specchio dell’avanzata sociale delle donne in Cina? Ammesso che il fenomeno sia reale (nelle famiglie, nell’economia privata forse, certo non dove i decisori decidono, cioè nella politica, con sole due donne nel Politburo comunista…), può venire la tentazione di seguire la traccia del genere più spettacolare della cinematografia cinese. E chiedersi se le guerriere protagoniste di certe pellicole di successo non abbiano anticipato i progressi delle donne. Un saggio di Man-Fung Yip (su Chinese Literature Today) scandaglia il caso. Le combattenti hanno imperversato nel cinema di Hong Kong dagli anni Quaranta, apparentemente accompagnando l’ascesa femminile nell’allora colonia britannica. Tuttavia il ruolo delle donne nella società è restato a lungo, e forse resta ancora, subalterno. Dunque, gli exploit di Michelle Yeoh e Zhang Ziyi in La tigre e il dragone di Ang Lee (2000) o della stessa Zhang in La foresta dei pugnali volanti di Zhang Yimou (2004) non ingannino: come sullo schermo i maestri delle spadaccine sono maschi, così in Cina le loro concittadine rimangono un passo indietro. In fondo, ieri come oggi, laggiù i registi restano sempre uomini.