Enrico Franceschini, la Repubblica 17/2/2014, 17 febbraio 2014
LA CASETTA DELL’ARCHISTAR DISEGNATA PER I SENZATETTO COSTA SOLO 36MILA EURO
Qualcuno le ha ribattezzate “case gonfiabili”, anche se non sono fatte di plastica o di gomma e non basta una pompa a farle sorgere dal nulla. Ma potrebbero diventare una sorta di salvagente per riportare a galla chi la casa non l’ha mai avuta o l’ha perduta. Richard Rogers, uno degli “archi-star” ovvero delle stelle dell’architettura mondiale, nato a Firenze nel 1933 da una famiglia di origine britannica e tornato a vivere in Inghilterra all’età di 6 anni prima della seconda guerra mondiale, autore di opere come il Centro Pompidou di Parigi, il Millennium Dome di Londra, il nuovo aeroporto di Madrid e il Parco Lineare sull’Arno, ha disegnato un progetto di case prefabbricate fai-da-te che costano appena 30 mila sterline (36 mila euro) l’una con l’obiettivo di risolvere il problema dei senzatetto e del deficit di alloggi popolari nel Regno Unito o altrove. Le prime sono già state installate in quartieri di prova e accolte con grande consenso da chi ci è andato a vivere. C’è tuttavia chi le paragona a “costruzioni Lego” e abitazioni da gioco del Monopoli, per cui non è ancora detto che riceveranno il necessario sostegno da autorità pubbliche e investitori privati.
Le prime sono state posate vicino a Wimbledon e in altri sobborghi di Londra: sembrano scatole colorate rettangolari, che effettivamente possono far pensare più a un giocattolo che a un’abitazione. Ma hanno una serie di innegabili vantaggi. Produrle costa il 40 per cento in meno dell’alloggio più economico finora concepito. Possono essere trasportate dove si vuole e posate al suolo con una gru. Si prestano a soluzioni interne variabili, con la possibilità di spostare le pareti a seconda di diverse esigenze. E possono venire attaccate l’una all’altra, formando dei nuclei abitativi anche molto grandi. Sono unità piuttosto piccole, questo è innegabile, 26 metri quadrati in tutto, suddivisi però tra una camera da letto, un living- room, un cucinino e un bagno. «La loro bellezza è che mescolano un approccio high-tech con uno low-tech», dice Ivan Harbour, il socio di Rogers che cura l’iniziativa, parlando con il quotidiano Guardian di Londra che dedica un ampio servizio al tema sul suo sito. L’alta tecnologia permette di riscaldarle e illuminarle per meno di 7 sterline alla settimana grazie a materiali speciali ecologici. La bassa tecnologia consente di risparmiare sui prezzi: sono prefabbricate, costruite usando due soli tipi di chiodi e possono venire assemblate a tempo di record. Sviluppate con l’appoggio della Ymca, l’associazione cristiana di ostelli più grande del pianeta, non mirano a offrire una casa di lunga durata: sono una soluzione provvisoria per coloro che una casa non ce l’hanno più, o non l’hanno mai avuta, per i senzacasa che entrano ed escono appunto dagli ostelli mentre cercano un lavoro e una vita migliore. Sono certificare per resistere 60 anni, ma la previsione è che i suoi occupanti non ci restino per più di 5 o 6 anni. “La casa di un inglese è il suo castello”, recita un proverbio: e piuttosto che dormire in un rifugio, sotto un ponte o in un container, una casetta prefabbricata, un cubo che somiglia a un Lego, può davvero sembrare un castello.