Enrico Franceschini, Affari&Finanza 17/2/2014, 17 febbraio 2014
I FURBETTI DELLA CITY QUEI RIMBORSI SONO BONUS
Fatta la legge, trovato l’inganno. Il proverbio è italiano, ma le sue applicazioni possono diventare universali. Un esempio lo fornisce l’Inghilterra, nello specifico la City di Londra. Com’è noto l’Unione Europea ha posto dei limiti ai bonus dei banchieri, come calmiere agli eccessi del capitalismo selvaggio che ha contribuito al collasso finanziario del 2008: d’ora in poi il tradizionale premio di fine anno dovrà essere al massimo il doppio del salario, che non è male per manager che guadagnano annualmente da mezzo a un milione di sterline, ma è assai meno dei bonus odierni, che arrivavano a cinque volte il salario annuale (nel 2012 i 115 top banker della Goldmans Sachs hanno percepito complessivamente 50 milioni di sterline di salario e 270 milioni di sterline di bonus). Ma le grandi banche della City hanno escogitato un trucco per aggirare la norma: aggiungere a salario e bonus una specie di “rimborso” variabile settimanale o mensile. “E’ un bonus nascosto”, accusa Philippe Lamberts, deputato belga dei Verdi al parlamento europeo. La giustificazione delle banche è che, se a Londra i bonus scendono, i migliori banchieri potrebbero trasferirsi a New York, Hong Kong, Singapore, dove i limiti della Ue non valgono, e questo sarebbe un danno per Londra, per l’Inghilterra, per l’Europa. Ma un bonus è un bonus, anche se lo si chiama con un altro nome. O no?