Ennio Caretto, Corriere della Sera 17/2/2014, 17 febbraio 2014
DONNE PIÙ ABILI NEGLI INVESTIMENTI (ANCHE DURANTE LA GRANDE CRISI)
Tre anni fa, quando Lou Ann Lofton pubblicò il best seller Warren Buffet investe come una donna , l’America rise. L’ottuagenario Buffet è il mago degli investitori e non a caso uno degli uomini più ricchi del mondo. Nessuna donna, si disse in America, può fare meglio di lui. Ma l’America non aveva nulla da ridere. Si sbagliava grossolanamente. Tutte le ricerche su Wall Street svolte da allora hanno infatti dimostrato che le donne sanno davvero investire in borsa meglio degli uomini, soprattutto nei momenti di crisi. Se fosse dipeso da loro, anzi, il crac del 2008 sarebbe stato evitato o almeno contenuto. Il problema è che in America come in Europa ai vertici delle banche d’affari, dei fondi d’investimento e di altri istituti finanziari privati ci sono pochissime donne.
I dati venuti alla luce sono incontestabili. Secondo la Rothestein Kass, una ditta di consulenza, come subito dopo la crisi del 2008 così nel corso degli ultimi anni, anni record per Wall Street, i fondi gestiti dalle donne sono quelli che hanno registrato profitti superiori alla media. Secondo Terry Odeal, un professore dell’Università della California che ha studiato l’andamento delle borse dal 2007, gli investimenti femminili hanno reso il 4,6 per cento annuo in più di quelli maschili. E secondo Whitney Tilson, uno dei manager dell’hedge fund Kase capital, i fondi d’investimento più stabili sono quasi sempre quelli gestiti dalle donne. «Impedire alle donne di operare nei mercati finanziari» ha scritto Tilson sul New York Times «è come impedire ai campioni più alti di giocare a pallacanestro».
Che cosa rende le donne le regine dell’investimento? La cautela stando a tutte le ricerche. Le donne studiano i mercati più a fondo degli uomini, fanno meno operazioni di loro, ci riflettono sopra più a lungo e soprattutto rischiano di meno. Inoltre, se commettono un errore cercano di rimediarvi subito. Sono insomma più umili e meno aggressive dei colleghi maschi, tanto che un gruppo di loro si reclamizza su Internet come «I 37 angeli». L’Agenzia Bloomberg ha fatto qualche nome di queste eredi di Buffet, da Abigail Johnson, una figlia d’arte, discendente del fondatore del Fidelity fund, a Abby Joseph Cohen della grande banca d’affari Goldman Sachs. L’elenco ha riservato all’America una grossa sorpresa: una degli «angeli» è una saudita, di sangue reale naturalmente, Labna Olayan.
Ennio Caretto