Guido Santevecchi, Corriere della Sera 17/2/2014, 17 febbraio 2014
IL MANDARINO E LE SUE DONNE LA CADUTA DEL SUPERPOLIZIOTTO
C’è una legge non scritta ma sacra lasciata in eredità dal saggio Deng Xiaoping: nessun membro o ex membro del Comitato permanente del Politburo può essere sottoposto a processi. Ma ora in Cina è in corso un’inchiesta per corruzione che segna uno strappo con la regola che garantiva un patto di non aggressione al vertice del potere. L’imputato si chiama Zhou Yongkang, 71 anni, fino al 2012 capo della polizia e dei servizi segreti.
Niente è sicuro, perché le autorità tacciono. L’ultima immagine ufficiale di Zhou risale al novembre 2012: sedeva accanto a Xi Jinping nella sessione che nominò il nuovo segretario generale del Partito comunista. Zhou sussurrava qualcosa e Xi si chinava leggermente per ascoltare. Poi su Zhou è calato il sipario della pensione per limiti di età.
Ma presto sono cominciate a girare notizie sui blog cinesi e sulla stampa di Hong Kong: l’uomo che per dieci anni aveva controllato l’immenso apparato della sicurezza era finito sotto inchiesta «per violazione della disciplina del partito». Espressione fumosa che sta per «corruzione». Uno alla volta sono stati arrestati una serie di dignitari, alti dirigenti di industrie statali e politici che facevano parte della sua corte. Anche il figlio Zhou Bin è finito in carcere.
E ora sul dossier di indiscrezioni e fughe di notizie più o meno pilotate si accendono le luci rosa di avventure extraconiugali e quelle gialle di un presunto delitto. Almeno cinque presentatrici, giornaliste e dirigenti della televisione di Stato sarebbero state interrogate sulle relazioni con Zhou. Da tempo si diceva che l’ex capo dei servizi, capelli impomatati e nerissimi nonostante i 71 anni, fosse stato un maschio dalle molte frequentazioni. Aveva sposato in seconde nozze una reporter della Cctv (China Centrat tv) Jia Xiaoye, di 28 anni più giovane. Ma all’interno della redazione, Zhou avrebbe intrattenuto altre amicizie affettuose: con una conduttrice di trasmissioni economiche di 37 anni; una reporter di 36 promossa da corrispondente di provincia a presentatrice delle notizie militari; un’inviata di punta, 41 anni, che commosse la nazione con i suoi reportage dal terremoto del Sichuan nel 2008 ed evidentemente colpì anche l’attempato politico; con la più brillante presentatrice di programmi sportivi, 44 anni. Shen Bing, la giornalista economica, avrebbe ottenuto da Zhou un favore per il marito palazzinaro: è scomparsa dal video da mesi.
Ma c’è un’altra storia inquietante, oltre a quella sul grande palazzo della Cctv usato come riserva di caccia. Zhou sposò la giornalista Jia dopo la morte della prima moglie: la povera donna era rimasta vittima di un incidente stradale nel 2008. E ora è stato rispolverato il sospetto che lo schianto non fosse stato una «tragica fatalità»: alla guida c’era un agente della polizia e accanto a lui una guardia del corpo dei servizi che furono condannati a 10 anni di carcere per guida pericolosa. Ma furono rilasciati per buona condotta dopo un anno e assunti da PetroChina, gigante petrolifero cinese. E guarda caso il compagno Zhou Yongkang aveva cominciato la sua ascesa proprio come dirigente di PetroChina.
L’ex capo dei servizi segreti in disgrazia e la seconda moglie giornalista, secondo molte fonti, sono agli arresti domiciliari a Pechino da dicembre.
Ci sono alcuni punti di contatto tra la vicenda di Zhou e quella di Bo Xilai, l’ex astro nascente del partito comunista condannato all’ergastolo la scorsa estate per abuso di potere e malversazioni. Zhou fino all’ultimo aveva difeso Bo ed entrambi sono stati coinvolti in morti misteriose (la moglie di Bo ha confessato l’uccisione di un inglese che sarebbe stato suo socio ed amante).
A Pechino si dice che Zhou, nonostante i suoi segreti e le sue amicizie, ormai è una tigre senza denti. Tutti aspettano di vedere se Xi Jinping vorrà anche togliere la pelle alla tigre, facendolo processare e rompendo la regola non scritta di Deng.
Guido Santevecchi