Maria Teresa Cometto, Corriere Economia 17/2/2014, 17 febbraio 2014
LA RISPOSTA DELLO SQUALO – [PIÙ POTERE ALLA FIGLIA LIZ PER TORNARE PROTAGONISTA]
Questo compleanno sarà speciale per Rupert Murdoch. Il magnate australiano dei media compie 83 anni l’11 marzo, proprio il giorno in cui riceverà l’Oscar della Tv americana: a Los Angeles l’Accademia della televisione lo premierà — insieme a Jay Leno e ad altri cinque personaggi del piccolo schermo — perché «la sua carriera ha avuto un impatto significativo sul mezzo». Nel 1986 Murdoch infatti sfidò le tre reti dominanti negli Usa — Abc, Cbs e Nbc — creando Fox e lanciando programmi innovativi: dai cartoni animati The Simpson (’89) alla più recente serie thriller 24 (2001). Poi nel ’96 sfidò Cnn con Fox News, diventando leader negli ascolti fra i canali di sole notizie.
Senza Wendi
Ma i festeggiamenti saranno turbati da più di un’ombra, perché il riconoscimento arriva in un momento molto delicato nella vita di Murdoch e per l’impero multimediale che lui cominciò a costruire 60 anni fa, comprando l’editore australiano News Ltd.
Sul piano personale è ancora aperta la causa di divorzio dalla terza moglie, Wendi Deng, avviata lo scorso giugno; i rapporti con i figli possibili eredi dell’impero sono complessi e molti si chiedono se l’ultraottuagenario abbia ancora la forza di guidare un business in un settore dove la competizione è sempre più accanita. Sul piano aziendale, le due società in cui Murdoch è stato costretto a dividere il suo gruppo lo scorso 28 giugno — sull’onda dello scandalo delle intercettazioni telefoniche dei suoi cronisti d’assalto in Gran Bretagna —, hanno mostrato un netto calo dei profitti nell’ultimo bilancio trimestrale, quello chiuso a fine 2013, e hanno di fronte decisioni difficili da prendere.
Cali di carta
News Corps, la società che comprende la divisione giornali — dal Wall Street Journal e New York Post al Sun e Times di Londra —, i servizi d’informazione del Dow Jones e la divisione libri con HarperCollins, ha realizzato un fatturato del 4% inferiore rispetto allo stesso periodo di un anno prima e profitti piatti. I mali della carta stampata sono noti, dal continuo calo delle copie vendute al crollo delle entrate pubblicitarie e hanno un effetto serio soprattutto sul tabloid New York Post , che secondo alcune stime perde 60 milioni l’anno, mentre il quotidiano del gruppo in miglior forma è il Wsj , n.° 2 per diffusione negli Usa (2,2 milioni di copie), con una forte base di abbonati digitali (circa 900 mila). La strategia dell’amministratore delegato Robert Thomson — uno dei pochi amici «stretti» di Murdoch, con il quale condivide l’esser nato in Australia l’11 marzo, ma 30 anni dopo, e l’aver sposato una cinese — era quella di compensare la crisi dei giornali con un aumento degli affari nella fornitura di dati e analisi ai clienti istituzionali (banche e finanziarie). Len Fenwink, ceo di Dow Jones dal 2012, doveva implementare questa politica facendo concorrenza a Bloomberg (di cui era stato manager), ma non ci è riuscito e ha perso il posto il mese scorso. Anche il business fino a ieri fiorente, la tv e il cinema, accorpato nella 21st Century Fox, sta perdendo i colpi.
Flop al cinema
Il sessantenne responsabile operativo Charles Carey ha ammesso di essere «deluso» dai risultati dell’ultimo trimestre 2013 — con profitti in calo dell’11% nonostante l’aumento del 14,7% del fatturato — e di avere davanti «serie sfide». Sul fronte televisivo il problema sono i crescenti costi nella creazione di contenuti originali e nell’acquisizione dei diritti alle dirette degli eventi sportivi, mentre i programmi di punta di Fox, XFactor e American Idol hanno un’audience — e quindi introiti pubblicitari — in netto declino. E incalzano nuovi concorrenti come Netflix, il servizio di video online che ha iniziato a produrre film e telefilm in proprio e sta guadagnando rapidamente abbonati (a 7,99 dollari al mese) che smettono di pagare il canone della tv via cavo o satellite. Sul fronte del cinema, 20th Century Fox non ha prodotto film campioni d’incasso al botteghino la scorsa stagione natalizia.
Murdoch cercherà di apparire in grande forma alla festa dell’11 marzo, per convincere pubblico e azionisti di avere ancora davanti a sé — come ha dichiarato —15 solidi anni di attività a capo del suo impero, di cui conserva la carica di ceo per 21st Century Fox e presidente esecutivo di News Corp. Dalla sua ha i geni: mamma Elizabeth è morta nel 2012 a 103 anni. Ma dietro lui scalpitano i figli: il 41enne James, ex capo della controllata britannica di News Corp durante lo scandalo nel 2011, cerca di aumentare il suo potere in 21st Century Fox dove è vice capo operativo; il 42enne Lachlan se n’ era andato sbattendo la porta nel 2005 ma potrebbe tornare come co-presidente di News Corp; e la 45enne Elizabeth, produttrice televisiva di grande successo in Gran Bretagna, è considerata da molti la «vera erede», destinata a soppiantare il fratellino James. Fra le mosse a sorpresa che quest’anno Murdoch potrebbe fare c’è, secondo il suo biografo Michael Wolff risposarsi per dare il messaggio che è pronto a ripartire.
@mtcometto