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 2014  febbraio 17 Lunedì calendario

I CARAIBI FANNO CAUSA A LONDRA “CI PAGHI I DANNI DELLA SCHIAVITÙ”


La Giamaica e altri tredici Paesi dei Caraibi hanno deciso di far causa alla Gran Bretagna e ad altre ex potenze coloniali europee per chiedere un risarcimento per la tratta degli schiavi nell’oceano Atlantico. Secondo il «Sunday Telegraph», nelle prossime settimane sarà presentata una lista di dieci richieste, tra cui un indennizzo miliardario e una dichiarazione di scuse ufficiali. Tra i destinatari anche Francia e Olanda. «Se si commettono crimini contro l’umanità, bisogna fare ammenda», ha dichiarato Verene Shepherd, capo del comitato giamaicano per le riparazioni. «I colonizzatori britannici - ha detto al quotidiano inglese - hanno deturpato i Caraibi».
Dalla metà del 1700, i mercanti britannici mandarono più di tre milioni di schiavi dall’Africa occidentale alle Americhe. In Giamaica molti erano impiegati nelle piantagioni di canna da zucchero, fruttando agli inglesi l’equivalente di milioni di sterline che furono impiegati per finanziare la costruzione di infrastrutture e altri progetti nella madre patria. In seguito a numerose rivolte (tra cui quelle guidate da Sam Sharpe, eroe nazionale giamaicano), il parlamento britannico votò per l’abolizione della schiavitù in tutto l’impero nel 1833. Gli schiavi furono affrancati e cominciarono a essere retribuiti per il lavoro svolto nelle piantagioni, ma nè a loro nè ai discendenti nell’ex colonia, divenuta indipendente nel 1962, è mai arrivato alcun risarcimento.
La causa è stata affidata allo studio legale londinese Leigh Day, che spera di poterla presentare l’anno prossimo presso la Corte di Giustizia Internazionale dell’Aia. Lo studio ha già ottenuto da Londra 20 milioni di sterline per i keniani torturati dai britannici nella ribellione Mau Mau degli Anni 50. Ma si prospetta una battaglia dura: gli esperti di diritto internazionale fanno notare che, per quanto oggi susciti orrore, la tratta degli schiavi all’epoca era legale. Il governo per ora non commenta. Nel 2007 l’ex premier Tony Blair parlò di «dolore e rimorso» per la sofferenza causata dal commercio degli schiavi. E il sottosegretario agli Esteri Mark Simmonds, durante una visita in Giamaica nel novembre scorso, ha definito la schiavitù «ripugnante», ma ha escluso risarcimenti.